Ustica, l’istituto Saveria Profeta riapre giovedì? Trovate le figure mancanti del personale Ata

«Ci sono tutti i presupposti per riaprire giovedì». Filtra un cauto ottimismo dalla segreteria dell’istituto Saveria Profeta di Ustica, che non ha ancora avviato le lezioni scolastiche (mentre il resto della provincia lo ha fatto da martedì 17 settembre) a causa della mancata nomina di tre assistenti amministrativi e di cinque collaboratori scolastici. E dire che fino a ieri le sensazioni non erano delle migliori per le famiglie dei 115 alunni – l’unico istituto presente sull’isola palermitana raccoglie la scuola superiore, la media, quella elementare e l’infanzia -, che per la giornata di domani hanno annunciato comunque un corteo di protesta per chiedere l’applicazione del diritto allo studio, previsto peraltro dalla Costituzione.

«Questa istituzione scolastica  – si leggeva ieri in una nota pubblicata sul sito della scuola – sta provvedendo a convocare dalle graduatorie di istituto delle scuole vicine il personale ATA di cui si trova sprovvisto. Ad oggi sono stati convocati 70 aspiranti assistenti amministrativi e 74 collaboratori scolastici, senza alcun riscontro positivo. Nelle ore pomeridiane della giornata odierna sono stati convocati i restanti 44 assistenti amministrativi e 101 collaboratori scolastici rimanenti in graduatoria, dai quali si attende risposta nella giornata di domani».

La situazione ora pare essersi finalmente sbloccata. «Abbiamo tempo fino alle ore 15 di oggi per ricevere la disponibilità del personale Ata mancante – dicono ancora dalla segreteria della scuola – Qualcuno ha già accettato di venire a lavorare a Ustica, ma fino a quando non li vediamo fisicamente qui non possiamo essere certi della loro scelta, perché magari nel frattempo ricevono altre chiamate da altre scuole. L’appuntamento è per giovedì 26 settembre alle 08 e 30. Al momento dunque le figure ci sono». E intanto monta anche la polemica politica, con i consiglieri di minoranza di Ustica Renato Mancuso, Vittoria Salerno e Tania Licciardi che hanno depositato la richiesta di un consiglio comunale straordinario e urgente, da tenersi in seduta aperta.

«Negli ultimi anni abbiamo assistito a un continuo indebolimento della nostra istituzione scolastica – affermano – I motivi sono tanti, troppi per la nostra piccola comunità. In passato, seppur tra mille difficoltà, e soprattutto con la collaborazione tra presidi e personale docente, che si sono avvicendati negli anni, famiglie e istituzioni locali in un modo o nell’altro si è riusciti a garantire il diritto allo studio. Ogni anno che passa è sempre peggio e quest’anno abbiamo superato il limite. Siamo impotenti di fronte ad una richiesta di attuazione di un sacrosanto diritto che si scontra con l’applicazione della legislazione vigente che non è adatta alla nostra piccola realtà e alle innumerevoli piccole realtà che popolano la nostra nazione. Per questo abbiamo chiesto un consiglio comunale straordinario e urgente in seduta aperta, perché la nostra comunità non è più disposta a tollerare che gli venga negato uno dei diritti fondamentali della Costituzione, quello che recita La scuola è aperta a tutti (articolo 34). Negli ultimi giorni – concludono i consiglieri – ci siamo confrontati con tanti genitori e condividiamo le loro preoccupazioni. Siamo in prima linea insieme a loro e non ci fermeremo fino a quando nella nostra isola non sarà garantito un diritto per tutti i nostri ragazzi».


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