Casteldaccia, tutta colpa del maltempo o dell’abusivismo? «Alcune costruzioni molto vicine al limite dei 150 metri»

Colpa del maltempo o dell’abusivismo? Toccherà adesso alla magistratura rispondere a questo cruciale interrogativo, che in molti – a poche ore dalla tragedia consumata ieri sera a Casteldaccia e nella quale hanno perso la vita nove persone – si stanno ponendo. «È ancora tutto da valutare. Stiamo accertando se gli edifici interessati dalla piena del fiume Milicia siano stati costruiti nel rispetto delle leggi e con le concessioni necessarie. Da primissime valutazioni, però, fatte sorvolando la zona, alcune costruzioni sembra siano molto più vicine all’alveo dei 150 metri di rispetto imposti dalle norme». Questo il primo commento del magistrato della Procura di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, che ha aperto un’inchiesta per indagare su quanto avvenuto. «Un evento improvviso e sembrerebbe non fronteggiabile – continua -. L’origine della massa d’acqua che ha sommerso il villino è da accertare, potrebbe essere il fiume o qualcos’altro, è tutto da vedere. Compresa l’origine stessa del villino, perché c’è un vincolo qua relativo proprio al corso dei fiumi, non si può costruire a meno di 150 metri, ma sembra che ci siamo». In questo caso si potrebbe parlare del reato di disastro colposo. Le vittime, in ogni caso, non erano i proprietari dell’immobile, ma solo degli affittuari.

Intanto, lo shock fra residenti e superstiti è tanto, dopo l’inferno di acqua e fango esploso intorno alle 23 in contrada Cavallaro. L’allerta meteo diramato dalla protezione civile proprio per la giornata di ieri era quella di massimo grado, quella rossa. Le piogge su Palermo e provincia infatti sono state abbondanti e incessanti, tanto da provocare anche l’esondazione del fiume che ha travolto la villetta spazzando via le due famiglie, riunite insieme per festeggiare il ponte del primo novembre. Lasciandosi dietro un bilancio terribile. A salvarsi sono solo in tre: il capofamiglia Giuseppe Giordano, in quel momento fuori e scaraventato su un albero, dove è rimasto aggrappato per due ore e mezza, e un altro adulto e una ragazzina che erano usciti per comprare dei dolci. «Un bollettino di guerra in Sicilia ed in altre regioni d’Italia. Eppure da anni tutti conosciamo le cause. Tutti, cittadini e politici di ogni colore. I motivi di queste tragedie hanno nomi e cognomi: abusivismo edilizio (non venitemi a dire che quella villetta è stata costruita in modo regolare) e dissesto idrogeologico», osserva con amarezza sui social Serafino La Corte di Leu.

«Quante volte bisogna ripetere che tutto questo è il frutto delle pesanti modifiche degli alvei e dei margini dei fiumi, della distruzione dei percorsi naturali dell’acqua, della copertura totale di alcuni rivi per poter costruirci sopra recuperando così suolo edificabile, delle modifiche sostanziali del terreno, dell’abbondanza di rifiuti e della scarsa manutenzione delle aree? – chiede retorico -. Purtroppo da soli i Comuni non riescono a gestire questa situazione perché gli interessi economici privati e l’abusivismo sono troppi e non gestiti. Da troppi anni in Sicilia ed in tutta la penisola non si è operato con il giusto interesse e con determinazione contro questa mentalità. Anzi, al posto di studiare un vero è proprio Piano Marshall per strade, ponti e per l’abbattimento di tutte quelle strutture abusive che intralciano il normale corso delle acque, si pensa a nuovi condoni come quello di Ischia! Il morto, anzi, i morti ci sono scappati ed è inaccettabile continuare a far finta che tutto questo sia una pura fatalità».

Quello che La Corte teme è che, come già accaduto in altre occasioni simili, finiti i temporali, si continui a portare avanti in maniera indisturbata una mentalità purtroppo tipica nel Palermitano, ma non solo, continuando a costruire dove non si dovrebbe. «La colpa è di tutti noi, cittadini e politici – continua -. Ai Comuni servono strumenti di monitoraggio e di difesa del suolo, di gestione delle emergenze e di gestione sostenibile (manutenzione, messa in sicurezza, monitoraggio), oltre all’impegno per un’opera di sensibilizzazione della popolazione che alla fine subisce i disagi. Siamo ancora in tempo per risolvere questa vera emergenza partendo proprio dal decreto Genova. Mancano le risorse? Si deve fare deficit? Allora facciamolo per qualcosa di veramente utile! Così, oltre a mettere in sicurezza i nostri territori, facciamo ripartire il lavoro in tutti i settori. Perché rifare ponti, strade, argini, illuminazione pubblica, fognature ed abitazioni attiva tanti settori e produce lavoro vero».

Intanto, l’ex sindaco di Casteldaccia Fabio Spatafora «è stato citato a giudizio dalla Procura Regionale della Corte dei conti siciliana per non aver rispettato le norme sull’abusivismo edilizio. Un nostro esposto alla Procura di Palermo è pronto per chiedere di valutare eventuali responsabilità dell’ex amministratore». Ad annunciarlo, in una nota, sono Angelo Bonelli e Claudia Mannino dei Verdi. Anche se Spatafora precisa: «Non c’è stata contestata alcuna violazione delle norme contro l’abusivismo edilizio, ma di non aver incassato le indennità, previste da una circolare regionale del 2013, dai proprietari di 31 immobili per i quali era stato emesso l’ordine di demolizione dei manufatti abusivi. Contro questa decisione della Procura della Corte dei conti, che a nostro parere non ha fondamento giuridico, abbiamo presentato ricorso e l’udienza è fissata a gennaio prossimo».

Prende le distanze, in qualche modo, l’ex sindaco di Casteldaccia rinviato a giudizio insieme all’attuale primo cittadino Di Giacinto per danno erariale commentando la nota dei Verdi che li accusa di non aver assicurato il rispetto della normativa. «Si trattava di 31 immobili, nessuno dei quali ricadente nella zona interessata dalla piena del Milicia – aggiunge ancora -, molti dei quali erano stalle o casupole fatiscenti che ancora non erano entrati a far parte del patrimonio dell’amministrazione comunale dopo l’ordine di demolizione, perché il Consiglio comunale non l’aveva ancora deliberato». I dubbi nel frattempo aumentano. Sollevati, a destra e a sinistra, da molti. «Non è nel mio stile fare sterili polemiche, men che mai in questa circostanza. E però credo che tutta la classe dirigente debba fare autocritica sugli errori madornali compiuti da decenni in materia di prevenzione dai rischi idrogeologici – scrive in una nota il deputato di Forza Italia Nino Minardo -. Troppi morti in Sicilia stanotte, troppi!».  Ma a lanciare un vero e proprio allarme, adesso, sono anche i territori vicini a Casteldaccia. 

«La zona in cui è esondato il fiume Milicia è ad altissimo rischio, non solo per le condizioni dell’alveo che va ripulito ma per l’enorme numero di case abusive costruite – dice Giuseppe Virga, sindaco della vicina Altavilla -. Lo denunciamo da anni. L’ultimo esposto è di un anno fa e l’ho fatto con l’ex sindaco di Casteldaccia». Lo stesso tirato in ballo dai Verdi. «Alcune delle case travolte dalla piena si trovano nella zona in cui in primavera avverranno una serie di demolizioni di immobili abusivi. Sono anni che denunciamo una lottizzazione abusiva in un’area a grandissimo rischio – ribadisce Virga, che nel corso del suo mandato ha demolito già 15 costruzioni abusive -. E non è la prima volta che il fiume Milicia straripa». L’ultima di grandi proporzioni risale a circa sette anni fa. 


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