Pista viale del Fante, Fiab apre a soluzioni condivise «Non siamo delusi ma oltre ai tifosi pensare ai ciclisti»

«Per una volta che eravamo contenti di una pista ciclabile non dico perfetta, per carità, ma comunque buona, ora si fa un passo indietro. Non è questa la strada giusta: dobbiamo trovare una soluzione che metta tutti d’accordo, coniugando le esigenze di sicurezza e quelle dei cittadini: perché altrimenti significa solo rimanere senza». La decisione di smantellare la neonata pista ciclabile di viale del Fante ha suscitato se non malumori, sicuramente perplessità tra chi, e ormai sono tanti in città, fa della bici il suo principale mezzo di locomozione, come Chiara Minì presidente dell’associazione Fiab Palermo Ciclabile. Il dietro front dell’amministrazione comunale è stato comunicato pochi giorni fa, dopo la decisione della Prefettura sulla pericolosità della pista davanti allo stadio: a dirlo la Commissione di vigilanza sul pubblico spettacolo, composta da membri della Questura, dei vigili del fuoco, della protezione civile e della Prefettura, che su segnalazione del Gruppo operativo sicurezza, che ne hanno ordinato l’immediata rimozione.

Sulla vicenda, è intervenuto anche il capogruppo di Sinistra Comune al consiglio comunale Giusto Catania, che durante la precedente amministrazione, come assessore, ha avuto un ruolo decisivo per la realizzazione di quest’opera: «L’eliminazione della pista ciclabile bi-direzionale di viale del Fante, protetta da cordoli omologati dal Ministero delle infrastrutture e trasporti, è una sconfitta culturale per tutta la città – afferma – Ritengo che le ragioni addotte dalla commissione pubblico spettacolo siano poco convincenti e spiace constatare che l’amministrazione comunale non abbia elaborato alcuna contro-deduzione al fine di evitare la revoca dell’ordinanza». Per Catania, invece, sarebbe bastato adottare provvedimenti in vigore in prossimità di tanti altri stadi d’Italia e d’Europa per trovare una soluzione di sicurezza compatibile «con la pista ciclabile la quale continua ad essere il modello su cui investire per l’espansione della rete ciclabile della città».

La pista, comunque, non verrà eliminata ma solo ridisegnata, come ha già fatto sapere l’assessore alla Mobilità Jolanda Riolo nel tentativo «di trovare alternative tollerabili per la Prefettura e per il comitato di vigilanza». Rassicurazioni, però, che non convincono del tutto le associazioni che da anni si impegnano in città con iniziative e progetti per rafforzare e estendere l’uso della bici al maggior numero di persone. I timori che in molto paventano e che si torni all’uso della sola segnaletica orizzontale, senza cordoli, spesso inefficace nel garantire condizioni di sicurezza. «Ovviamente non intendiamo entrare nel merito delle scelte della Prefettura né tanto meno di quelle dell’amministrazione – prosegue Minì – il nostro, però vuole essere un approccio costruttivo: dobbiamo trovare assieme al Comune delle soluzioni alternative perché utilizzare solo la vernice per delimitare la pista ciclabile sarebbe un ritorno al passato. Anche perché nel giro di pochi giorni le persone occuperebbero quella striscia d’asfalto posteggiando lì auto».

E poi, prosegue Minì, non ci si può «curare solo della sicurezza dei tifosi» e tralasciare quella dei ciclisti: «Si devono porre le condizioni per ampliare la possibilità di circolare in bicicletta – ribadisce – pensando, ad esempio, a cordoli o transenne da togliere la domenica: il problema della sicurezza dei tifosi va risolto nel giorno della partita, una volta ogni due settimane, mentre i cittadini potenzialmente potrebbero usufruire della pista ogni giorno, lasciando a casa le auto. Vorrei fosse chiaro però, che noi non siamo arrabbiati o delusi: bisogna far capire che l’approccio ai problemi va cambiato e serve la collaborazione dell’amministrazione: più volte in passato abbiamo chiesto di realizzare una Consulta delle biciclette come in altre città d’Italia. Serve l’aiuto di tutti – conclude – perché il numero dei ciclisti a Palermo non può aumentare se non realizziamo azioni concrete per il cambiamento». 


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