La storia infinita

Niente di nuovo sul fronte orientale. Nessuna frase può sintetizzare meglio il senso dell’assemblea tenutasi nella sala Falcone-Borsellino di Ragusa Ibla  giorno 16 novembre e che ha potuto contare sulla presenza del Preside di Facoltà Nunzio Famoso e del professore Nunzio Zago. Poche persone, poche idee e quindi poche soluzioni. L’impressione è che la situazione stia diventando, oltre che stancante oltre ogni modo, anche abbastanza frustrante. Soprattutto nei confronti di chi vive questa fase di ristagno sulla propria pelle.

 

La ristretta presenza di studenti (e soprattutto di matricole) è infatti spiegabile in due modi, differenti ma non troppo; forse non hanno ritenuto importante l’incontro e hanno trovato di meglio da fare, ipotesi maliziosa ma non troppo improbabile. O forse, e mi piace credere che sia così, hanno disertato la riunione proprio per quel senso di frustrazione di cui sopra: “non mi interessa della riunione, io voglio che il laboratorio torni operativo” avranno pensato molti. In entrambi i casi, notiamo comunque una situazione di disagio a cui gli studenti non possono porre rimedio da soli. Bisogna quindi ritrovare gli equilibri e fare sì che una così bella realtà come quella iblea torni alla normalità in tempi brevi.

 

Perché questo sia possibile bisogna che si lavori assieme senza pestarsi i piedi, ma soprattutto senza scaricare le responsabilità su qualcun altro. Il problema però è che a tutt’oggi la situazione è un po’ diversa: durante l’assemblea ho notato infatti come sia in atto una specie di “scaricabarile” tra i componenti del trittico Facoltà-Consorzio-Provincia. Niente di più deleterio in una situazione del genere, dove nessun elemento della catena può e deve smettere di lavorare in sinergia con gli altri. E poi è di una facoltà di Lingue che stiamo parlando, la “facoltà di capire il mondo”, come recita un opuscolo. Niente di più vero. Secondo il mio modestissimo parere, e senza nulla togliere alle altre facoltà presenti nel ragusano, è qui che si deve investire per il futuro: chi meglio di un laureato in Lingue può rappresentare il futuro per una provincia così aperta alle altre culture come quella di Ragusa?

 

In definitiva, l’assemblea di giorno 16 non ha fatto altro che sottolineare quelli che sono ormai problemi risaputi, senza però dare una scossa significativa alla situazione di stallo venutasi a creare all’inizio di quest’anno accademico. In  attesa di nuovi e, si spera, decisivi sviluppi, resta comunque la spiacevole sensazione che non tutti remino dalla stessa parte. Speriamo che quest’impressione rimanga tale, per il bene di Ragusa e di tutti i suoi studenti.


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