«La mia non è una rinuncia»

L’ex preside di Lingue puntualizza subito che quello con Recca non è stato un accordo ante rem. Il ritiro della candidatura di Pioletti aveva lasciato sorpresi e delusi alcuni esponenti del mondo universitario che avevano con tanta fiducia appoggiato il suo progetto in fase di campagna elettorale premiando la sfida solitaria ed indipendente ai “vecchi giochi di potere”.

«Dopo i risultati della prima tornata elettorale – spiega Pioletti – ho atteso l’apertura e il confronto con le altre parti. L’unico segnale è quello arrivato dal professore Recca, con il quale si è portato avanti un dialogo ed una verifica sugli assi portanti di una gestione futura dell’Ateneo». Ma non è solo questa la motivazione che ha spinto Pioletti a stringere la mano all’ex Preside di Ingegneria che, lo scorso 21 settembre, ha dato uno scarto di cento voti al candidato latteriano Barbagallo, dopo che voci di corridoio nelle ultime ore davano il Preside di Agraria vincitore certo al primo turno. «Dal 21 settembre ad oggi – dice – mi sento spaesato perché vedo che il confronto ha perso di vista i contenuti. Da quel giorno non circolano altro che voci, notizie e manovrine incentrate sullo scontro tra uomini politici, delegittimando così un momento istituzionale di grossa importanza come l’elezione del Rettore. Ho ritenuto – conclude Pioletti – che sarebbe stato utile all’Ateneo non mantenere la mia candidatura, perché sarebbe stata sicuramente oggetto di strumentalizzazioni». E non mancano gli attacchi a chi di queste voci fa l’eco. «Queste stesse persone, al momento dell’elezione del passato Rettore, tacevano e anzi ne erano protagonisti. Con quale faccia e pudore – rincara Pioletti – possono venirci a fare la lezioncina? ».

Sui punti di convergenza ai quali sono giunti Pioletti e Recca, l’ex candidato sottolinea il carattere della programmazione, che definisce «questa sconosciuta», e la responsabilità comune per istituire un organo serio di controllo della gestione, «in un Ateneo demotivato – spiega – dobbiamo riappropriarci di una collegialità decisionale». Per quanti avevano avuto fiducia nella “crociata” dell’ex Preside di Lingue e che si sono sentiti “traditi” da questa collaborazione con Recca, Pioletti sottolinea che la sua «non è una rinuncia, ma un continuo impegno che durerà anche dopo, quale che sia il risultato delle urne. E sulle tematiche non accennate nel documento comune con il collega Recca, il mio programma continuerà ad essere la mia bussola d’orientamento».

«Emozione» è la prima parola con la quale il professore Recca, presente all’incontro, è intervenuto alla conferenza stampa. «Con Antonio Pioletti – afferma Recca – abbiamo sempre più iniziato a parlare la stessa lingua, e sono convinto che faremo lo stesso negli anni di governo dell’Ateneo. E questo linguaggio – conclude Recca rivolgendosi alla platea – sarà il vostro linguaggio, com’è stato fino ad ora. Ogni rigo scritto sui programmi è uscito fuori dai confronti che ho fatto con tutti voi».

Un plauso speciale è stato dedicato ai rappresentanti degli studenti presenti in sala, dei quali Recca si dice compiaciuto in quanto appartenenti a tutte le aree politiche. «Segno – dichiara Recca – che il nostro dialogo è stato sempre rivolto a tutti, soprattutto agli studenti che devono rimanere al centro dell’attenzione e che ci stanno spingendo al governo dell’Ateneo».

Al termine della conferenza stampa si è acceso un piccolo dibattito, quando il professore D’Agata, docente di Medicina, ha chiesto fortemente e formalmente delle rassicurazioni e delle garanzie sulla indipendenza da fazioni politiche e partitiche che Pioletti aveva vantato in sede di campagna elettorale, con particolare riferimento a presunti accordi con politici locali per il rinnovo del quadro dirigenziale del Policlinico di Catania. Situazione che, come lo stesso D’Agata afferma, «fa gola a molti, avendo in previsione di assumere presto quasi duemila nuovi dipendenti». Secca la risposta di Pioletti: «chi mi conosce sa che non deve aspettarsi certe cose da me». E ribadisce che, se le cose dovessero configurarsi in una maniera diversa da quella che lui porta avanti prenderebbe, come scrive Calvino in Lezioni americane, «la via della leggerezza». Perentoria anche la risposta di Recca che, non rinunciando a lanciare una frecciatina al neo-candidato Pucci, dichiara la sua estraneità a faccende e nomi riguardanti il futuro del Policlinico e rimanda al mittente le voci di «apparentamenti politici e partitici». Inoltre Recca sottolinea la necessità di avere «un dialogo istituzionale con il mondo politico, di centrodestra e di centrosinistra» ma mantenendo fermo il cardine dell’autonomia da pressioni politiche e partitiche, in sostanziale rottura con la precedente gestione.


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