«Quando è troppo, è troppo. È una questione di principio»
Eric Clapton: ‘doppietta griffata’ il miliardario che caccia per procurarsi il cibo
«A me dà fastidio il fatto che il governo possa intromettersi in questioni che non lo riguardano. La legge contro la caccia alla volpe è l’esempio perfetto di questa preoccupante tendenza».
«Nell’era del politicamente corretto, in cui nessuno osa dire qualcosa che sia minimamente discutibile, è giunto il momento di difendere i nostri diritti».
«Io sono un ragazzo di campagna»
«Come lo giustifico? Mangio tutto ciò che uccido. C’è chi va dal macellaio. Io vado a caccia»
Queste alcune frasi pronunciate da Eric Clapton, nel nome della sacra libertà dellindividuo (che poi sia di uccidere è evidentemente per lui fatto marginale).
In base a ciò, “Slowhand” Clapton parteciperà il 20 di maggio ad un evento a sostegno della caccia alla volpe (recentemente proibita dal governo inglese) organizzato dalla Countryside Alliance,gruppo che «opera per tutti coloro che amano la campagna, le comunità rurali e le loro attività».
Insieme a lui saliranno sul palco Brian Ferry (Roxy Music), Roger Daltrey (Who), Mike Rutherford (Genesis), Nick Mason (Pink Floyd) e Roger Waters (ahimè, che dolore sapere che per lui il grilletto premuto per uccidere una volpe è cosa ben diversa da quello premuto per uccidere un uomo), a formare per un giorno la “Band du Lac” (nome indubbiamente molto “a la page”).
Non credo abbia molto senso commentare le parole di Clapton, di certo è motivazione patetica quella da lui apportata riguardo al suo cacciare per mangiare; oltretutto me lo immagino (lui ormai da anni più interessato alle sfilate di moda che al manico della chitarra) davanti al suo armadio aperto, scegliere il completo più indicato per imbracciare la doppietta, più o meno come Richard Gere in una scena di American Gigolò (salvo che questi non sceglieva per poi sparare alla volpe).
Confesso che tale cosa da lui mi stupisce fino ad un certo punto: è persona dal karma molto pesante
– basti ricordare qui quando, seppur sui muri di Londra fosse scritto “Clapton is God” lui era totalmente schiavo delleroina e sul bordo dellesistenza, oppure in tempi più recenti la tragica morte del figlio di 4 anni, per cui poi compose “Tears in heaven”, karma che peraltro non verrà di certo ora alleggerito; da altri, Waters in primis, un certo stupore invece pervade ( e sarà ora meno semplice ascoltare i suoi dischi ).
Da non “buonista” avrei quantomeno apprezzato che Clapton dicesse: “sono per la caccia, mi piace, la sostengo, non rompetemi le scatole”, lavrei trovato più onesto dellergersi a paladino dellanteporsi a eventuali esagerazioni del “politically correct”, ipotesi in cui comunque mai rientrerebbe il diritto alla caccia.
E so ben che è pura utopia immaginarsi una coerenza che non faccia entrare in una macelleria (vedi frase di Clapton) quando la battuta di caccia è andata a vuoto.
P.S.
«Le volpi ha spiegato un portavoce del Countryside Alliance sono un fenomeno che va controllato e che per coltivazioni e allevamenti può essere devastante. Anche il rapporto Burns, commissionato dal governo prima dell’introduzione della legge, aveva concluso che la caccia non è un modo disumano per limitare il numero di volpi. La morte generalmente è immediata e priva di eccessive sofferenze».
Di fronte a tanta cura per la sofferenza della volpe, difficile trovare parole adeguate, indi: SINE GLOSSA (SENZA COMMENTO)