Regione, gli ultimi doni della Befana agli assessori Carbone, qualche dolce e persino un buono benzina

Non succedeva da un po’, ma quest’anno la Befana è tornata a MeridioNews, anche se solo per un caffè veloce. E, tra una chiacchiera e l’altra, si è lasciata sfuggire i doni, già pronti e impacchettati, per le calze dei dodici assessori della giunta Musumeci in questa loro ultima epifania in carica. Dolciumi per qualcuno – pochi, a dire il vero, perché anche per la vecchina i tempi sono quelli che sono – e carbone per altri. Anche se – e questo ce l’ha detto a chiare lettere – nonostante il poco tempo rimasto alla legislatura, non è mai troppo tardi per migliorare. Basta un guizzo, una proposta, un’idea. E a questo augurio anche noi ci sentiamo di aderire.

GAETANO ARMAO, assessore all’Economia e vicepresidente della Regione – Carbone
Nel dicembre del 2017, un governo Musumeci appena insediato fu costretto a varare l’esercizio provvisorio. Nessuna colpa, ai tempi, ma una promessa: mai più una situazione del genere si sarebbe ripetuta. Gli anni successivi non andò esattamente come sperato. Quest’anno la promessa tecnicamente potrebbe dirsi mantenuta: in effetti persino l’esercizio provvisorio deve essere ancora votato. E sì, bisogna avere a che fare col parlamento, che può perdere e far perdere tempo, ma non c’è stata una volta in cui la finanziaria regionale sia arrivata nei tempi prestabiliti sui banchi dei deputati. E anche se la Befana con numeri e calcolatrice non è proprio ferratissima, questo un po’ pesa.

MIMMO TURANO, assessore alle Attività produttive – Dolcetti
Uno degli assessori più politici della giunta Musumeci, per questo la Befana comprende quanto debba essere stato difficile comparire un po’ meno e restare concentrati sul lavoro. Si poteva fare meglio? Certo. Il suo avversario non è stato l’opposizione, ma una bestia ben più agguerrita: i ritardi della burocrazia. Nonostante ciò, pur con qualche inciampo, i ristori alle imprese colpite dagli strascichi del Covid sono andati dove dovevano andare. Di risorse a disposizione ce ne sono state, si può discutere sul merito di come sono state impiegate, ma comunque sono state impiegate. E questo in Sicilia non è per nulla scontato.

MARCO FALCONE, assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità – Un dolcetto, del carbone e un buono benzina
Gira in continuazione per la Sicilia, passa il suo tempo a benedire l’apertura di cantieri (che non si chiudono mai) e a supervisionare i lavori di altri cantieri (che, appunto, non si chiudono mai). Tutta sua la colpa? Certo che no, ma il discorso sarebbe veramente lungo e la Befana lo sa, per quello ci ha messo un dolcetto. Ma c’è anche il carbone: dal problema dei collegamenti con le isole minori – che non è ancora stato risolto – a quello della rete dei trasporti e logistica in Sicilia, che non è poi così migliorata. Ci sono due aeroporti: quello di Birgi e quello di Comiso, di cui ci si è dimenticati, e sul traffico aereo la vecchina non perdona. Per non parlare del fantastico treno Freccia Bianca, presentato come l’alta velocità di sottomarca, che fa risparmiare ai viaggiatori ben sei minuti sulla Palermo-Catania o viceversa. E, per finire, tolto qualche scandalo negli appalti e la questione del contenzioso con Anas per i cantieri sull’autostrada Palermo-Catania, applaudita l’apertura del nuovo svincolo di Rosolini sulla Siracusa-Catania, considerato tutto, ma proprio tutto, avete provato a percorrere la Ragusa-Catania? La Befana sì, l’ha fatta ieri per commissioni sue personali – aveva la scopa in manutenzione – ed è arrivata provata, nel corpo e nello spirito.

ROBERTO LAGALLA, assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale – Dolcetti
Lagalla è uno del mestiere e si vede. Il suo l’ha fatto: anche lui ha parlato poco e lavorato. Si potrebbe entrare nel merito dell’operato, ma la Befana non fa politica e premia chi non se ne sta con le mani in mano. Certo, Lagalla non ha provveduto a un vero riordino del settore della formazione, ma ha incassato un singolare record: è uno dei pochissimi assessori al ramo degli ultimi decenni a non portarsi dietro uno scandalo sul settore della Formazione. Neanche uno piccolino. E questo, in Sicilia, è un risultato di tutto rispetto. 

ALBERTO SAMONÀ, assessore ai Beni culturali e all’Identità siciliana – Carbone, ma prima bisogna trovare la calza
La Befana qualche dolcetto di incoraggiamento – insieme al carbone – avrebbe voluto pur lasciarglielo. Ha contattato noi per riuscire a trovare l’assessore, ma si è vista rispondere picche. Non tanto per la privacy, quanto per il fatto che non siamo riusciti a rintracciarlo. Neanche una volta. Nonostante ciò, Samonà ha l’attenuante di avere dovuto affrontare il tema arduo della Cultura nel momento probabilmente peggiore di sempre. Si è trovato una statistica da brividi, quella dell’Istat sulla frequentazione dei musei siciliani nel 2019, e i due anni successivi, causa pandemia, non sembrano andare meglio. Al di là di ciò, le risorse ci sono state, ma disperse in mille rivoli. In aula e in commissione prova a darsi da far e quando dalla giunta esce qualcosa di finalmente culturale (il nuovo boom delle case museo), se l’intesta Musumeci. Si può fare di più.

MANLIO MESSINA, assessore al Turismo, sport e spettacolo – Carbone
Va a braccetto nel giudizio della vecchina con il collega Samonà. I soldi ci sono, ma poi ci si lascia abbagliare da avventure così luminose che non sembrano neanche reali. E infatti non lo sono. Ricordate i soldi, parecchi, investiti in SeeSicily? No? Neanche gli operatori del turismo. Turismo e Beni culturali erano due settori che potevano in qualche modo essere ripensati: destagionalizzazione, investimenti e un po’ di inventiva, ma niente. E il Covid non può sempre essere un paravento per tutto.

DANIELA BAGLIERI, assessora all’Energia e ai Servizi di pubblica utilità – Calza vuota
Su di lei grava la pesante – e oltraggiosa a tratti – etichetta di quota rosa. Baglieri si insedia e parla Musumeci. Sui termovalorizzatori parla Musumeci. Sull’acqua parlano altri assessori. Sarà forse il suo fare più accademico che politico che la porta a comparire meno e a dettare le regole ai tavoli dietro le porte chiuse, anche se gli eventuali frutti – e i dolcetti – li raccoglieranno magari altri. La Befana di questo si fida e perciò niente carbone. Al massimo qualche caramella come incoraggiamento a osare.

ANTONIO SCAVONE, assessore alla Famiglia – Carbone
Il welfare in Sicilia non se la passa tanto bene. Le erogazioni, la velocità dei pagamenti, i rapporti con il forum del terzo settore, il tema degli aiuti alla famiglia e il contrasto alla povertà erano un problema già ben prima del Covid. Il buco si è solo allargato. Scavone ci ha anche provato a mettersi in moto, ma la macchina è rimasta ingolfata. Peccato. Il suo, più di altri, è un assessorato fondamentale in questo momento storico.

ANTONIO SCILLA, assessore all’Agricoltura, allo Sviluppo rurale e alla Pesca mediterranea – Carbone
Scilla ha esperienza amministrativa e politica, si trova ad amministrare l’unico settore che in Sicilia ha dato risultati positivi e francamente qualcosina in più poteva fare. Non si può dire che sia bocciato su tutta la linea, ma pesa la figuraccia fatta con i fondi del Pnrr per le reti idriche, con i progetti siciliani bocciati in massa. E poi c’è la tanto attesa riforma dell’Esa: prima di lui non era mai arrivata. Ecco, non arriverà neanche stavolta.

TOTO CORDARO, assessore al Territorio e all’Ambiente – Carbone finto (questo non si può bruciare)
Tra gli assessori più politici della giunta, ma non sembra avere dato grandi prove sulla gestione degli incendi e sulla difesa del territorio (ricordate la campagna antincendio partita in ritardo?). Certo, non era facile, così come non gli si possono imputare tutte le colpe se il territorio siciliano si sgretola con la pioggia. Però persino la Befana lo ha visto più in aula a fare da (spesso) unico baluardo del governo Musumeci che non a presentare soluzioni a problemi che pure ci sono. Comunque eroico. 

RUGGERO RAZZA, assessore alla Salute – Confetti
Sì, lo sappiamo, a qualcuno sembrerà eccessivo dopo la vicenda giudiziaria e quella frase sui morti da spalmare. Ma la vecchina, con i suoi cento e più anni sulle spalle, sa guardare le cose in prospettiva. Parliamoci chiaro: l’avvocato prestato alla Sanità occupa la poltrona su cui nessuno di noi si sognerebbe mai di sedersi. Intorno, una pandemia mondiale e nessuna regione d’Italia con un assessore con la bacchetta magica. Certo, il suo modo di fare autoritario e una certa tendenza ad accentrare non hanno aiutato nella gestione. Ma considerato che quando l’interim è passato a Musumeci i colori dei Comuni cambiavano come premi della ruota della fortuna, neanche la Befana se la sente di infierire. E allora, ecco, giusto i confetti per il recente matrimonio.

MARCO ZAMBUTO, assessore alla Funzione pubblica e alle Autonomie locali – Calza vuota
Ora, questa bisogna spiegarla bene. Abbiamo chiesto alla Befana: «E Zambuto?». Sembrava si stesse quasi per scordare e, in ogni caso, niente regalo. Pazienza. La sensazione della nostra anziana volante è che comunque l’ex sindaco di Agrigento si sia risparmiato un bel carico di carbone. I fondi per i Comuni non ci sono, nessun provvedimento per far fronte ai tanti dissesti e anche nell’occasione del tentativo di mandare al voto le Province – che, va detto, fu iniziativa del governo, non sua – non sono pervenute idee. Non far male è sempre apprezzato, ma così è davvero troppo poco per un dolcetto.


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