L'indagine della polizia è stata denominata Easy merchant for money. Bloccato un giro illecito da oltre 140mila euro. Per avviare il raggiro erano state create false società di autonoleggio e gestione di attività ricettive
In 14 indagati per maxi-truffa con Pos e carte clonate Sequestrati documenti e codici reperiti dal dark web
Costitutivano società di autonoleggio e gestione bed and breakfast soltanto per entrare in possesso di Pos abilitati a operare sui più importanti circuiti di pagamento. Gli stessi venivano poi utilizzati per transazioni fittizie con codici rubati di carte di credito.
L’indagine della polizia denominata Easy merchant for money ha portato alla notifica di 14 avvisi di conclusione delle indagini. Nel mirino della procura del capoluogo sono finite tutte persone del posto. I codici delle carte di credito sarebbero state recuperate sul dark web e in alcuni casi stampati su supporti fisici, così da replicare le carte originarie.
«Al fine di rendere immediato l’incasso delle somme illecitamente ottenute ed evitare che
venissero bloccate e recuperate dagli acquirer – si legge in una nota della polizia – gli indagati utilizzavano dei conti correnti cosiddetti a monte dai quali le somme venivano spostate su altri conti correnti o strumenti di pagamento del tipo prepagato cosiddetti a valle, appositamente attivati in numero consistente, per distrarre le somme, in modo da non appesantire il conto corrente a monte e poter dividere velocemente i profitti illeciti».
Nelle indagini sono finiti anche alcuni esercizi commerciali regolari ma compiacenti. Gli stessi si prestavano a utilizzare i Pos per registrare micro-operazioni fatte dai propri clienti. Il tutto per aggirare i controlli adottati dalle aziende che mettono a disposizione gli apparecchi elettronici per i pagamenti. Per questo tipo di collaborazione, che in alcune circostanze ha visto i commercianti incassare la transazione e poi dare in contanti la somma ai truffatori, sono scattate le denunce.
Ricostruito un giro di profitti per oltre 140mila euro. Nel corso delle perquisizioni sono state trovate anche copie di documenti di identità di cittadini palermitani, del tutto inconsapevoli di essere utilizzati per attivare i Pos e commettere i reati.