Dal M5s il disegno di una riforma organica dello sport Schillaci: «Sicilia troppo indietro per strutture e gestione»

«Bisogna fare di tutto per contrastare la dispersione scolastica, spesso dovuta a mancanza di servizi adeguati. Da appassionato di sport devo dire che anche se un ragazzo non va a scuola, di certo lo troviamo in un campetto a giocare a calcio o fare sport. Per questo è fondamentale riprendere il contatto con le piccole realtà in questo senso». Parole di Umberto Zingales, magistrato del tribunale dei minori di Caltanissetta ed Enna, ascoltato la settimana scorsa dalla commissione parlamentare Antimafia dell’Ars. E proprio da un membro della commissione, la pentastellata Roberta Schillaci, arriva un disegno di legge che dovrebbe andare in questa direzione, quello presentato dal Movimento Cinquestelle come una «riforma organica dello sport in Sicilia».

Il disegno al momento è fermo in commissione, ma dovrebbe arrivare in Aula il mese prossimo, in tempo utile per essere discusso e approvato prima della fine della legislatura. «La legge che regola lo sport nella nostra regione risale al 1978 – spiega a MeridioNews Schillaci – Sono amministrati male sia i contributi che vanno alle società sportive, sia gli impianti, che hanno spesso una gestione quasi inesistente. Tantissimi impianti costruiti Italia 90 e abbandonati a loro stessi. Non c’è una regolamentazione dei piccoli impianti, anche di pertinenza delle scuole, negli orari extracurriculari, per non parlare degli impianti in mano alle forze dell’ordine, che rimangono chiusi e potrebbero essere invece consegnati al territorio».

In effetti quando si parla di Sicilia, ci si riferisca a una regione che, anche in base alle classifiche nazionali, scandaglia gli ultimi posti quanto a strutture per lo sport: non solo campi da calcio, ma anche palestre e piste d’atletica. «Lavoro a questo disegno di legge da due anni – spiega ancora Schillaci – Regolamentare l’utilizzo delle palestre e dei campetti delle scuole, cosa che già alcuni dirigenti scolastici illuminati fanno, chiedere ai Comuni che non hanno un regolamento di aprire gli impianti e affidarli alle società, sarebbe importante per le ricadute che si possono avere a livello sociale, con la messa a disposizione impianti per i ragazzi, che avrebbero un centro di aggregazione».

Aggregazione che, sempre secondo la deputata, madre di un atleta, potrebbe essere un viatico per contrastare non solo criticità come la dispersione scolastica, ma anche problematiche psicologiche e fisiche dei più giovani, «per questo vorrei inserire nel novero anche le parrocchie, il cui ruolo di accoglienza ultimamente sta venendo un po’ meno». La riforma nasce da un confronto con il mondo dello sport: «Atleti, rappresentanti, docenti di scienze motorie. Mi sono fatta dare dei feedback – conclude Schillaci – E poi devo dire che ho accompagnato mio figlio a fare tornei in tutta Europa, conoscendo così le realtà che ci sono in giro, non solo all’estero, ma anche al Nord Italia, e confrontandole con quella siciliana. Il gap non è solo infrastrutturale, ma anche gestionale, per questo penso che ci sarebbe anche da fare un po’ di ordine».


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