Il Palermo è in vendita? Mirri apre le porte «Non sono un ostacolo, disposto a trattare»

Il Palermo è in vendita. E con un prezzo: base d’asta 15 milioni. Che il club rosanero si fosse affidato alla PricewaterhouseCoopers per trattare le quote (il 40 per cento) dell’ex vicepresidente Tony Di Piazza è cosa nota già da diversi giorni. Adesso, però, c’è una novità e consiste nel fatto che il mandato esplorativo della società di revisione incaricata di sondare il terreno non riguarda solo la ricerca di soggetti disposti ad entrare nel club con una forma di compartecipazione ma anche l’individuazione di potenziali imprenditori disposti a rilevare l’intero pacchetto. Sono cambiati gli scenari rispetto al battesimo di Hera Hora nel luglio 2019, all’insediamento del presidente Dario Mirri che contestualmente alla vittoria del bando grazie al quale si è aggiudicato il titolo sportivo del sodalizio di viale del Fante aveva garantito con un piano triennale l’intenzione di rilanciare le ambizioni del club. Mirri, che in un primo momento sembrava saldamente al timone, adesso non chiuderebbe le porte a chi volesse bussare e manifestasse, con le dovute garanzie in termini anche di affidabilità, la voglia di dare nuova linfa al Palermo Calcio.

«Al momento stiamo cercando qualcuno che subentri a Di Piazza – ha spiegato ai microfoni di Palermotoday l’imprenditore palermitano confermando indirettamente che non sarà lui a prendere le quote dell’immobiliarista originario di San Giuseppe Jato – allo stesso tempo, però, se dovessimo trovare qualcuno che abbia sia la forza che le capacità di rafforzare il Palermo allora saremmo ben pronti a valutare eventuali sviluppi. A quel punto sarei ben disposto ad ascoltare e a sedermi a trattare». Il divorzio da Di Piazza, che a fine dicembre ha esercitato il diritto di recesso delle quote, e l’emergenza Covid a causa della quale in questa stagione la società ha dovuto sostenere dei costi di fatto senza introiti tra sponsor e incassi da botteghino hanno rallentato inevitabilmente i programmi e condizionato lo sviluppo di un piano d’azione che, a questo punto, rischia di non decollare senza nuove risorse.

Del resto, anche in occasione della vittoria del bando non era stata esclusa, in prospettiva e in caso di necessità, la possibilità di un eventuale ingresso di nuovi soci in grado di far compiere al Palermo un ulteriore step in avanti. Il ‘problema’, in una fase peraltro in cui – complici gli attuali risultati della squadra – in città l’indice di popolarità degli attuali proprietari è notevolmente sceso come dimostra anche l’insofferenza di una parte del tifo organizzato manifestata in questi giorni attraverso due striscioni firmati Curva Nord Inferiore ed esposti all’esterno dello stadio (Con la Ternana giocate per farvi notare, con l’Avellino giocate senza lottare in aggiunta a Società assente senza obiettivi e Società vendesi, serietà affittasi), è che questa soluzione, cioè l’ipotesi di passare la mano, potrebbe materializzarsi in anticipo rispetto alla tabella di marcia ipotizzata in un primo momento.

«L’ho detto al momento della vittoria del bando e sono pronto a ribadirlo tuttora ai tifosi – ha aggiunto Mirri – non sarò mai un limite alla crescita e allo sviluppo del Palermo Calcio. Ho lavorato e lavorerò sempre finché ne avrò facoltà per costruire le fondamenta di una società solida. Voglio un grande Palermo, con o senza Mirri». Anche se la vicenda è in evoluzione, in ogni caso, allo stato attuale non mancano comunque alcune certezze: la società onorerà tutti gli impegni presi e finirà la stagione senza alcun problema o criticità e al momento, a prescindere da qualche colloquio interlocutorio come quello avvenuto a quanto pare con Nicola Legrottaglie, uomo di fiducia del patron del Leeds, Andrea Radrizzani, non c’è alcuna trattativa in corso per la cessione del cento per cento delle quote. E’ anche vero, tuttavia – e anche questa considerazione fa rima con certezza – che se in ottica futura dovesse proseguire la sua strada alle condizioni attuali e senza ‘rinforzi’, Mirri sarebbe costretto ad un ridimensionamento e le prospettive del Palermo, anche dal punto di vista tecnico, diventerebbero nebulose.


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