Caccamo, domani l’autopsia sul cadavere di Roberta «Corpo dilaniato». Morreale forse aiutato da complici

Sarà eseguita domani pomeriggio, 2 febbraio, nell’istituto di medicina legale del Policlinico di Messina l’autopsia sul corpo di Roberta S., la 17enne trovata morta lo scorso 24 gennaio in un dirupo nella zona di Monte San Calogero a Caccamo. Un delitto per cui si trova in carcere il fidanzato 19enne Pietro Morreale accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere. A fissare l’esame autoptico è stata la gip Angela Lo Piparo che ha dato l’incarico al medico legale Alessio Asmundo. Uno dei punti rimasti ancora non chiariti è come sia stata uccisa la giovane

Un corpo trovato «dilaniato», un’immagine che lascia «sgomenti». Bruciato nella parte superiore, con una vasta ferita nella parte posteriore del cranio e i jeans abbassati fin sotto i glutei. La ragazza è stata trovata anche con i capelli rasati. «Dovrà essere accertato – scrive la gip nell’ordinanza di custodia cautelare – se tale circostanza è dovuta a un fenomeno di combustione o a una orribile manifestazione di disprezzo e svilimento della sua identità femminile». 

Il 19enne, che continua a professarsi innocente, si trova nel carcere di Termini Imerese. Ieri i suoi legali – Giuseppe De Cesare e Angela Barillaro – hanno rinunciato al mandato difensivo che, adesso, è stato assunto dall’avvocato Gaetano Giunta. La giudice aveva deciso per la permanenza nella casa circondariale per il pericolo dell’inquinamento delle prove. «La rappresentazione plastica di questa precisa volontà è tutta nelle immagini che raffigurano la cameretta dell’indagato», scrive la gip descrivendo la stanza come «perfettamente ordinata»: il letto rifatto, nessun oggetto fuori posto, neanche un vestito lasciato in giro e una scrivania che sembra non essere mai stata utilizzata. «Lo choc emotivo – sottolinea la gip – è difficilmente conciliabile con il pensiero di rigovernare con incredibile cura la cameretta». 

Intanto, nei giorni scorsi, i carabinieri hanno sequestrato un tablet e un cellulare – entrambi senza sim e senza scheda di memoria – e la Fiato Punto nera di Morreale. Sull’auto sono stati effettuati anche i rilievi da parte dei Ris di Messina alla ricerca di elementi utili a verificare se il corpo senza vita della vittima sia stato trasportato a bordo di quella macchina, dopo il delitto che potrebbe essere avvenuto nella zona del campo sportivo di Caccamo. È lì, davanti alla struttura di una palestra abbandonata e in via di ristrutturazione che, durante il sopralluogo, i carabinieri del del Servizio investigazioni scientifiche hanno trovato i segni di una combustione e anche le chiavi di casa di Roberta

A cozzare con il racconto che di quella notte ha fatto il ragazzo ai familiari della vittima e ai carabinieri, sono le immagini delle telecamere di videosorveglianza che inquadrano quattro passaggi dell’auto – dalle 2.37 alle 3.40 – nella zona in cui, proprio su sua indicazione, è stato ritrovato il cadavere di Roberta. Stando a quanto ricostruito finora pare che la giovane volesse interrompere la sua relazione con il fidanzato, per avvicinarsi a un altro ragazzo – lo stesso con cui si scambia i messaggi anche la notte in cui verrà uccisa – ma che avesse paura per la sua incolumità e per quella dei suoi familiari. Questo sarebbe emerso dalle testimonianze di diversi amici della coppia

Adesso, l’attenzione del giudice è posta nelle sette ore tra il rientro a casa del 19enne dopo il delitto e il momento in cui, insieme al padre e al legale, si è presentato in caserma dai carabinieri per condurli nel burrone dove è stato trovato il cadavere. «Non può escludersi che Morreale sia stato coadiuvato nell’occultamento degli elementi di prova», scrive la giudice portando avanti l’ipotesi che il giovane non abbia agito da solo, almeno nella seconda fase. Dalle telecamere di sorveglianza di un esercizio commerciale, infatti, si vedrebbero altre due auto che seguono quella di Morreale


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