La forza di intimidazione espressa sul territorio del comune di Balestrate da uno dei destinatari del provvedimento emergerebbe anche dall’analisi delle modalità cui sarebbe ricorso per il recupero di somme di denaro di cui gli erano debitori acquirenti di droga
Partinico, due fermati all’alba «Nei piani un’azione di fuoco»
La Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Palermo ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, eseguito nelle prime ore della mattina, dai Carabinieri della Compagnia di Partinico, nei confronti di due indagati. Sono ritenuti responsabili, il primo, Alfonso Scalici, dei reati di associazione mafiosa, acquisto per lo spaccio di un ingente quantitativo di cocaina ed estorsione, il secondo, Maurizio Conigliaro, per l’acquisto della sostanza stupefacente, in concorso con il primo.
Dalla ricostruzione investigativa effettuata dalla Direzione Distrettuale palermitana emergono, riferiscono i carabinieri, «significativi elementi di riscontro in merito all’appartenenza di Scalici alla famiglia mafiosa di Balestrate», inquadrata all’interno del mandamento di Partinico. Utili elementi in tal senso sono stati ricavati anche dalle dichiarazioni rese nel gennaio 2019 di Filippo Bisconti, collaboratore di giustizia a seguito del fermo nel dicembre 2018 nell’ambito dell’operazione Cupola 2.0.
La forza di intimidazione espressa sul territorio del comune di Balestrate da Scalici emergerebbe, secondo i carabinieri, dall’analisi delle modalità cui lo stesso sarebbe ricorso per il recupero di somme di denaro di cui gli erano debitori vari acquirenti di stupefacente e per la gestione di rapporti e la conduzione di affari con terzi. In particolare, «sono emersi indizi anche in relazione ad una richiesta estorsiva nei confronti di un cittadino balestratese; alla programmazione del furto di un automezzo in danno di un imprenditore di Borgetto attivo nel settore vinicolo e all’organizzazione della turbata libertà degli incanti nel bando di gara che il comune di Balestrate indirà per la gestione della locale villa comunale», riferisce una nota diffusa oggi dai militari.
Nel corso delle indagini che hanno hanno spinto l’ufficio della Procura all’emissione del provvedimento di fermo anche una vicenda relativa alla programmazione di un’azione di fuoco finalizzata ad uccidere o gambizzare un ragazzo mazarese debitore nei confronti di Scalici e di suoi fornitori palermitani della somma di 45mila euro a seguito della cessione di un chilo di cocaina avvenuta due anni addietro. Scalici in questo frangente avrebbe programmato di avvalersi, oltre che di Conigliaro, anche di un altro palermitano e avrebbe anche informato di tale iniziativa persone vicine al mandamento di Mazara del Vallo.