Fortuna, ordine e cinismo: il mix vincente dei rosa Contro l’FC Messina è una vittoria che vale doppio

Il Palermo vince, consolida il primato (sempre cinque le lunghezze di vantaggio sul Savoia) e sale a quota 54. Il balzo in classifica di tre punti, tuttavia, non corrisponde alla portata del successo casalingo ottenuto contro l’FC Messina. Ci sono davvero delle vittorie che valgono più della posta in palio e l’affermazione contro i peloritani rientra di diritto in questa categoria. È un successo che vale doppio soprattutto per il morale e in relazione allo spessore dell’avversario di turno, un’ottima squadra che ha dato del filo da torcere alla capolista con una prova caratterizzata da geometrie, ritmo e organizzazione di gioco. Maiuscola, in particolare, la prestazione offerta nel primo tempo da parte di un FC Messina che, analizzando il film della gara introdotta al Barbera dall’incontro con i ragazzi extracomunitari dello SPRAR di Torretta nell’ambito del Progetto Rete promosso dalla Figc e dal commovente omaggio a Kobe Bryant, molto probabilmente avrebbe meritato di uscire dal campo con un risultato diverso.

Il che, tuttavia, non vuol dire che i rosa hanno rubacchiato i tre punti perché è vero che nella prima frazione di gioco gli uomini di Pergolizzi hanno rischiato di subire gol in più di una circostanza ma è altrettanto vero che nella ripresa la formazione guidata da Ernesto Gabriele, ex vice di Costantino, diminuita l’intensità non ha più creato grattacapi ai padroni di casa al netto di un provvidenziale salvataggio in scivolata di Lancini (uno dei migliori oggi nella difesa rosanero) su un cross dall’out sinistro diretto al palermitano Carbonaro (entrato dopo l’intervallo al posto di Fissore) pronto a colpire davanti a Pelagotti. Ci sono dei dati di fatto: il Palermo è stato cinico capitalizzando al massimo con una doppietta di Sforzini (salito a cinque gol e autore delle prime reti al Barbera da titolare) le uniche vere occasioni da rete, ha faticato a sviluppare una manovra lineare e convincente e in un paio di occasioni ha beneficiato di alcune sviste arbitrali come nel primo tempo la trattenuta in area su Fissore punibile con il rigore e il netto colpo d’anca di Sforzini ai danni del portiere sugli sviluppi della punizione costata ai peloritani il gol dell’1-0.

Detto questo, però, ci sarà un motivo per cui è stato il Palermo e non l’avversario a portare a casa i tre punti. L’FC Messina, ad esempio, ha disputato sì un ottimo primo tempo ma dopo ha commesso l’errore di innervosirsi perdendo la lucidità con la quale aveva imposto la propria manovra nella prima porzione del match. E in questo contesto è giusto anche riconoscere al di là della fortuna alcune virtù dei padroni di casa che, applicando con diligenza il piano d’azione delineato da un tecnico bravo oggi e anche altre volte come nella sfida interna con il Marsala ad intervenire durante la gara con accorgimenti puntuali (i rosa hanno cominciato con il 4-3-3 per passare poi al 3-4-3 e tornare ancora alla difesa a quattro) e cambi azzeccati, sono rimasti sul pezzo dando prova di una ritrovata solidità ‘complici’ alcune ottime parate di Pelagotti. E non può essere solo un caso il fatto che la compagine di Pergolizzi abbia conquistato la terza vittoria di fila (senza, oltretutto, subire gol), la quarta nelle ultime cinque partite.

È un segnale di forza da parte di un gruppo che, pur non essendo bello da vedere, sta costruendo un percorso all’insegna della continuità con il contributo anche di quei giocatori che ultimamente hanno trovato meno spazio come ad esempio Ficarrotta che oggi nel secondo tempo è entrato dalla panchina con la mentalità giusta suggellando il proprio spezzone con l’assist a tempo scaduto per il definitivo 2-0 di Sforzini. E il fattore arbitro? E’ innegabile che il direttore di gara abbia penalizzato l’FC Messina ma va detto che Di Francesco di Ostia Lido ha dimostrato di essere in giornata no prendendo decisioni errate anche ai danni dei padroni di casa. Comprensibili le lamentele dei peloritani ma non c’è stato accanimento nei loro confronti. Di Francesco ha arbitrato male a prescindere, gestendo in maniera sbagliata diverse situazioni e perdendo con il passare dei minuti il controllo del match.


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