A conclusione di una verifica fiscale, le fiamme gialle hanno rilevato la sistematica sottrazione di materia imponibile e l’utilizzo di manodopera in nero e irregolare. L'imprenditore in quattro anni era riuscito a occultare ricavi per oltre un milione di euro
Carini, sfruttava i propri autisti evadendo le tasse Alcuni costretti a lavorare 70 ore alla settimana
C’era chi lavorava fino a 70 ore alla settimana, mentre da contratto avrebbe dovuto lavorarne appena 20; chi era assunto in nero, chi non rilasciava alcun tipo di scontrino. Un vero e proprio sfruttamento, quello attuato da una ditta individuale di Carini che si occupava del trasporto di merci su strada nei confronti dei suoi autisti, che è stato sgominato dai finanzieri di Carini.
A conclusione di una verifica fiscale, le fiamme gialle hanno rilevato la sistematica sottrazione di materia imponibile e l’utilizzo di manodopera in nero e irregolare. L’impresa, facente capo a V.C, operava sull’intero territorio siciliano in via esclusiva per una nota catena di vendita di elettrodomestici e prodotti di elettronica. A ogni consegna delle merci ai vari clienti avrebbe dovuto emettere una ricevuta fiscale; tuttavia nella quasi totalità dei casi ciò non avveniva, consentendo all’imprenditore di occultare ricavi, nel corso degli ultimi quattro anni, per più di un milione di euro con il conseguente mancato pagamento delle relative imposte per circa 700 mila euro tra Irpef, Iva e Irap.
Inoltre, al fine di controllare il rispetto della normativa sul lavoro, i militari hanno proceduto ad acquisire informazioni da parte di tutti i lavoratori in forza all’impresa. È stata operata la corrispondenza tra le dichiarazioni assunte e il Libro Unico del Lavoro. Tale procedura ha evidenziato l’impiego di quattro dipendenti in nero, senza alcuna formalizzazione del rapporto lavorativo nonché l’impiego di 45 dipendenti in modo irregolare, poiché assunti con contratto part-time orizzontale ma, di fatto, impiegati in modalità full time.
E ancora l’attività ispettiva, eseguita anche tramite la disamina di copiosa documentazione extra-contabile e corroborata da mirate interrogazioni alle banche dati, ha evidenziato una consolidata prassi aziendale, consistente in una vera e propria interposizione fittizia di altri due soggetti economici, operanti nello stesso settore merceologico, i quali procedevano all’assunzione formale di diversi lavoratori che, tuttavia, continuavano ad operare sotto la direzione ed il controllo del titolare dell’impresa verificata.
L’analisi delle dinamiche descritte ha evidenziato un indebito ricorso all’istituto del “distacco”, privo nel caso di specie dei necessari requisiti di genuinità, in quanto tale prassi è stata posta in essere senza la formalizzazione scritta del contratto, che costituisce requisito essenziale, ed in assenza di concrete necessità aziendali, ciò al solo scopo di procrastinare indeterminatamente gli scatti di anzianità dei lavoratori dipendenti, con evidente indebito risparmio economico per la ditta.
Tale condotta ha interessato 27 dipendenti i quali sono stati illecitamente distaccati presso altre aziende. Le sanzioni amministrative in materia di lavoro ammontano a circa 60mila euro.