SiciliaSiCura, sviluppatori da anni lavorano con Regione Sale operative virtuali, app e qualche parentela politica

«La app Immuni non ha per ora raggiunto i target che si immaginavano all’inizio». Con il caldo a farla da padrone e le spiagge che sembrano non temere il Covid, le parole di Domenico Arcuri sui pochi download registrati sono passate in sordina. Il discorso del commissario del governo per l’emergenza sanitaria vale chiaramente anche per la Sicilia, nonostante il governo regionale sin dal principio non si sia spellato le mani per promuovere l’app scelta da Roma. Nello Musumeci e Ruggero Razza hanno puntato tutto – in un primo tempo per contrastare lo spauracchio del ritorno dei fuorisede e poi per monitorare gli spostamenti dei turisti – su SiciliaSiCura. Ma per quanto la scelta di una soluzione che non prevede il tracciamento degli spostamenti – quindi niente bluetooth e gps utile solo in pochi casi – svincoli il giudizio sull’efficacia dell’app dal numero di persone che la usano, non mancano gli spunti di interesse.

Numeri e lamentele
La versione beta dell’app, quella che ha debuttato nel momento in cui sono stati autorizzati gli spostamenti tra regioni, è stata battezzata in concomitanza con la presentazione di Guido Bertolaso. L’ex capo della Protezione civile nazionale è arrivato in Sicilia nei panni di consulente del governo Musumeci, dopo le esperienze di Milano e nelle Marche, entrambe contrassegnate da polemiche e pure dalla positività al Covid. E se Bertolaso sembra essere sparito dalla scena regionale, SiciliaSiCura in queste settimane ha arrancato. L’app ha sin qui registrato poche decine di migliaia di download, molti dei quali si direbbe non felici. Almeno stando alle recensioni lasciate sugli store. «Confermo ciò detto da altri prima di me: non si riesce a fare la registrazione anche cambiando quattro volte la password», si legge in uno dei più recenti. A cui segue la valutazione di una stellina su cinque, che contribuisce a una media 2,4 su 156 recensioni.

Tre società e un main contractor
«Poche decine di migliaia di euro». Per chi si chiedesse quanto la Regione Siciliana abbia pagato SiciliaSiCura, le parole dell’assessore alla Sanità Ruggero Razza restano l’unico punto di riferimento. L’acquisto dell’app è passato tramite una convenzione Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana, e ha in Tim il main contractor. Il colosso della comunicazione ha messo a disposizione il proprio data center di Rozzano per la raccolta delle informazioni degli utenti, affidando ad altre tre società la gestione dell’app.

La prima si chiama Beta 80, ed è una società per azioni con sede legale a Milano e capitale da 150mila euro. In Lombardia sta collaborando con la Regione per lo sviluppo di software per la gestione del Covid, prendendo parte a un progetto guidato dall’Università Bicocca. Il contributo di Beta 80 in SiciliaSiCura è quello di occuparsi del trattamento delle «problematiche di esercizio via canale digitale». Alla Webgenesys – srl con sede legale a Roma, ma uffici in buona parte del sud compreso uno a San Giovanni la Punta, nel Catanese – spettano invece i servizi di call center vocale e assistenza virtuale. Chi invece è stata scelta per lo sviluppo e la manutenzione dell’app è Ies Solutions. La società è iscritta alla Camera di commercio di Roma. Dal sito risulta avere una sede a Oxford e un’altra operativa a Tremestieri Etneo ed è di proprietà del romano Uberto Delprato e del catanese Massimo Cristaldi, che svolge anche il ruolo di direttore tecnico.

I rapporti tra la Protezione civile e Ies Solutions
Lo sviluppo di SiciliaSiCura non è la prima esperienza per Ies Solutions con l’amministrazione regionale siciliana. La stessa impresa in una slide dichiara di collaborare con la Protezione civile siciliana dal 2009. Oltre un decennio in cui si è occupata, tra le altre cose, anche della fornitura di Gecos, il sistema informatico di gestione delle emergenze e delle comunicazioni al servizio del dipartimento regionale e delle sedi distaccate della Protezione civile e dei gruppi di volontariato che con essa collaborano. Di fatto una sorta di sala operativa virtuale. Il progetto, apprezzato per la prima volta nel 2013 dalla giunta Crocetta per un valore complessivo stimato in quasi cinque milioni e mezzo di euro, nel 2018 ha ricevuto il via libera della giunta Musumeci alla sua evoluzione per un ulteriore investimento da circa dieci milioni. A dicembre scorso, infine, un decreto firmato dall’ex dirigente generale Calogero Foti ha disposto dall’1 gennaio 2020 «l’utilizzo della piattaforma Gecos a tutte le componenti del sistema regionale di Protezione civile».

Nell’ambito di Gecos, Ies Solutions ha fornito anche un’app. Chiamata Anch’io Segnalo, consente ai cittadini di inviare comunicazioni su eventi in atto come terremoti, incendi e alluvioni. Un’opportunità costata alla Regione oltre 25mila euro – la maggior parte dei quali pagati, nella primavera 2017, a Equitalia in seguito a un atto di pignoramento nei confronti di Ies Solutions – che però non sembrerebbe avere riscosso il consenso degli utenti. A fronte di oltre mille download, sono tante le segnalazioni di errori e bug da parte degli utenti, mentre l’ultimo aggiornamento risale al 2017.

Parentele
Ma la partnership tra Ies Solutions e la Protezione civile regionale si è rinnovata anche l’anno scorso a Catania. Con la partecipazione attiva pure del Comune. Il progetto in questo caso si chiama Resiloc, fa parte del programma Horizon dell’Unione europea e ha l’obiettivo di favorire la formazione di «una società resiliente grazie all’innovazione nelle comunità locali». La Protezione civile regionale e il Comune di Catania, insieme a Ies Solutions, sono gli unici partner italiani di Resiloc, che vede la partecipazione di realtà provenienti anche da Regno Unito, Germania, Norvegia, Slovenia, Bulgaria e Grecia. Tra i principali promotori di Resiloc, che ha ricevuto un finanziamento di cinque milioni di euro. La collaborazione tra Delprato e Cristaldi con palazzo degli Elefanti dovrebbe durare tre anni. 

Principale interlocutore, l’assessore alla Protezione civile Alessandro Porto. Anche se Cristaldi, per questioni strettamente affettive, è più vicino a un altro componente della giunta. Il direttore tecnico di Ies Solutions è infatti cugino di Michele Cristaldi, entrato a far parte della squadra di Pogliese lo scorso autunno con la soddisfazione dello stesso Porto, a cui il giovane assessore è legato da un’amicizia. L’assessore Cristaldi, a sua volta, è figlio d’arte: il padre Salvo è stato, a cavallo tra anni Novanta e Duemila, assessore di Nello Musumeci, nel periodo in cui l’attuale governatore era presidente della Provincia di Catania. MeridioNews ha provato a contattare Massimo Cristaldi per avere dichiarazioni sull’andamento di SiciliaSiCura, ma il direttore tecnico di Ies Solutions ha preferito non rispondere, rimandando al capofila del progetto Telecom Italia.


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