Orchestra sinfonica, si dimette il presidente Santoro «Influenze politiche». Il nodo dell’uso del Politeama

Un passo indietro a sorpresa ed eclatante per le parole che lo accompagnano. Stefano Santoro si è dimesso da presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Orchestra sinfonica siciliana. A riferirlo è l’agenzia di stampa AdnKronos che rende pubblici i passaggi salienti della lettera con cui ha motivato la sua decisione, in cui si parla di «situazione di impasse» e di «immobilismo» determinati «da inequivocabili influenze politiche che a tutt’oggi orientano i comportamenti e persino la partecipazione alle riunioni di alcuni componenti del medesimo Cda».

La missiva è indirizzata anche al presidente della Regione Nello Musumeci, all’assessore regionale al Turismo, Manlio Messina, e al sovrintendente della Foss, Antonino Marcellino. La scelta di Santoro arriva al culmine di un lungo braccio di ferro con il Comune di Palermo e l’associazione Amici della musica che ha avuto al centro l’utilizzo del Teatro Politeama. Due settimane fa c’era stato un vertice che aveva sconfessato la linea di Santoro, dando ragione all’associazione a proposito dell’uso gratuito del Teatro da parte dell’associazione presieduta da Milena Mangalaviti. Un uso «illegittimo» secondo Santoro che avrebbe voluto impedire l’accesso all’associazione anche alla luce di un presunto debito di 671mila euro nei confronti della Foss. 

In difesa dell’associazione è intervenuta l’amministrazione comunale guidata da Leoluca Orlando che si è detta pronta alla revoca della concessione del teatro nei confronti della Fondazione «nel caso in cui il Politeama non venisse concesso gratuitamente all’associazione». Durante l’incontro dello scorso 26 novembre, il Comune ha ribadito che gli Amici della musica potranno continuare a usufruire gratuitamente del teatro Politeama per i concerti nei 40 giorni del calendario stabiliti dalla vecchia convenzione.

Santoro punta il dito contro il silenzio della Regione, di Musumeci e dell’assessore Messina. «Durante quel vertice non hanno proferito parola – ha detto ad AdnKronos -. Mi sono sentito isolato e abbandonato dal Governo regionale, da quello stesso schieramento politico in cui ho militato e che mi ha indicato presidente. In questi mesi ho trovato una situazione drammatica e ho fronteggiato una continua emergenza». 


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