Giungla Statale 114, centinaia di fermate del bus «abusive» «Rischio sicurezza che potrebbe riguardare tutta la Sicilia»

Fermate degli autobus vicine a incroci e intersezioni, oppure in curva, o ancora una di fronte all’altra su rettilinei in strade ad alta velocità, senza rispettare le distanze previste per legge. Con frequenti ingorghi, rischi alla sicurezza e mezzi di soccorso bloccati. Sui 176 chilometri che dividono Messina e Siracusa lungo la Statale 114, attraversando la provincia di Catania, si incontra di tutto. Una tratta battuta ogni giorno, avanti e indietro, da una decina di ditte private su cui, però, sembrerebbe esserci una totale mancanza di regole. Nella sede di Anas, infatti, «non risulta istruita alcuna richiesta di installazione di pensiline e/o paline di fermata autobus». Insomma, all’ente gestore della strada, a differenza di quanto prevede la normativa, nessuno ha mai chiesto l’autorizzazione per le fermate. E questo non comporterebbe solo un danno economico per l’agenzia nazionale, visto che per ogni fermata il costo sarebbe di 164 euro, ma soprattutto esporrebbe a rischi per la sicurezza. Nessuna richiesta di autorizzazione significa nessun sopralluogo e nessun controllo.

A indagare e denunciare questa sorta di giungla è stato il sindacato Usb dei Trasporti, che ha sollecitato Anas e alcuni Comuni della fascia ionica per sapere se le fermate lungo le statali 114 e la 185 di Sella Mandrazzi sono figlie di regolari autorizzazioni. Alla risposta di Anas ha fatto seguito anche una prima verifica del Comune di Giardini Naxos che, attraverso il corpo di polizia municipale, ha fatto sapere che «nulla è stato riscontrato agli atti». Ed ha avviato ulteriori accertamenti. Nemmeno al Comune di Gaggi, per la statale 185, risulta alcuna richiesta. «La nostra – spiega Sergio Crisafulli, sindacalista ex Usb che sta portando avanti gli approfondimenti dopo le segnalazioni di alcuni autisti – è solo una verifica a campione, ma abbiamo il ragionevole dubbio che il problema delle fermate abusive sia esteso a tutta la Sicilia. Per questo presenteremo un esposto a diverse Procure».

È una legge del 1980, il decreto 753, a dettare le regole per collocare una fermata dell’autobus. E queste prevedono che il richiedente, privato o Comune, debba chiedere una doppia autorizzazione: all’ente proprietario della strada e all’assessorato regionale in merito alla sicurezza. «La cosa che non torna – sottolinea Crisafulli – è che mentre ad Anas non risultano richieste, le fermate rientrano nell’elenco autorizzato dalla Regione. Ma a seguito di quali sopralluoghi, di quali verifiche?», si chiede il sindacalista che fa un esempio: «Se su una strada statale spunta un cartello pubblicitario non autorizzato, cosa succede? Che ti multano e lo rimuovono se non regolarizzi la tua posizione e non sempre la puoi regolarizzare. Se spunta una nuova fermata dove non si potrebbe, cosa succede? Niente». Un problema non di poco conto considerato che la statale 114, da Siracusa a Messina, conta circa duecento fermate e attraversa moltissimi centri urbani della costa ionica, causando non pochi disagi. 


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