Italia Viva, oggi il debutto all’Ars con 4 deputati E l’obiettivo sarebbe Sammartino alla presidenza

L’ufficialità arriverà stamattina con l’attesa conferenza stampa. Un segreto che segreto non era affatto da diverse settimane, quello della costituzione del gruppo di Italia Viva all’Assemblea regionale, alla presenza del coordinatore nazionale, Ettore Rosato, in attesa della convention di Catania di sabato prossimo, in cui Matteo Renzi rinnoverà la fiducia ai suoi. In casa di Luca Sammartino.

È lui, infatti, il protagonista indiscusso dei movimenti dei renziani in salsa sicula, l’enfant prodige della politica siciliana, recordman di voti alle ultime regionali (oltre 32mila elettori scrissero il suo nome sulla scheda elettorale), eletto a inizio legislatura presidente della commissione Cultura. Proprio a partire dalla carica nell’organismo parlamentare, Sammartino ha continuato a costruire negli ultimi due anni, portando a casa il risultato della legge regionale sul diritto allo studio, su cui la commissione ha fatto un lungo lavoro di sintesi tra la proposta del governo e le modifiche delle opposizioni, e sulla consulta giovanile.

Il gruppo, ad ogni modo, non sarà presieduto da Sammartino, ma dal capogruppo di Sicilia Futura, Nicola D’Agostino. Al loro fianco, ecco Edy Tamajo e Giovanni Cafeo, confermando la trasversalità del progetto e l’annessione di Sicilia Futura, così come avvenuto al Comune di Palermo. Tra i corridoi del Palazzo, intanto, c’è chi attende la sentenza, prevista nei primi mesi dell’anno nuovo, sul ricorso presentato contro l’elezione del deputato messinese Franco De Domenico. Secondo l’accusa, infatti, il deputato avrebbe dovuto essere dichiarato incandidabile. Qualora l’impianto reggesse, De Domenico decadrebbe dalla carica di deputato regionale e al suo posto subentrerebbe l’ex presidente della commissione Sanità all’Ars, Giuseppe Laccoto, primo dei non eletti nelle liste del Pd, ma passato a Italia Viva. Ma in ogni caso si tratta ancora del primo grado di giudizio, per cui un prevedibile appello alla sentenza ne sospenderebbe gli effetti. Con buona pace per chi punta al quinto deputato a Sala d’Ercole. Il che, comunque, non è l’obiettivo dei renziani di Sicilia, che al contrario frenano su tanti osservatori interessati e portatori di voti. «Se facciamo entrare tutti – sussurrano dalle retrovie – non resterà spazio per gli amministratori locali, le realtà che spiccano nei territori. Il nostro obiettivo resta quello di creare una nuova classe dirigente».

È uscendo fuori dal Palazzo, infatti, che Italia Viva punta a creare una fitta rete di amministratori locali. Sono già della partita il sindaco di Lentini, Saverio Bosco, o l’ex primo cittadino di Alcamo, Giacomo Scala, dato in avvicinamento. Proprio a Lentini a breve potrebbe essere ufficializzato un nuovo gruppo consiliare mentre il primo cittadino ammette che «l’entusiasmo cresce, anche perché il populismo ha fatto molto male alla politica dei contenuti, quella capace di dire anche di no, oggi c’è una brutta abitudine di seguire ciò che il popolo vuole, invece di operare scelte, magari impopolari, ma che guardano al bene comune».

E per un primo cittadino che tesse con convinzione le lodi del nuovo soggetto politico, un altro ne prende le distanze. È Giuseppe Stefio, sindaco di Carlentini, che ribadisce «il mio partito è il territorio. Io vengo dall’esperienza di una lista civica, un anno e mezzo fa tutti i partiti ci costrinsero ad andare alle elezioni senza sigle, perché i partiti erano diventati autoreferenziali, si rivolgevano ai cittadini solo per le elezioni, considerando i territori come un serbatoio di voti acefalo».

«Con questo nuovo progetto, ricostruiscono o restaurano? – prosegue lo sfogo di Stefio a Meridionews – Attenzione, sono convinto che la politica si debba sviluppare all’interno dei partiti, ma io atti di fede non ne faccio più. Chi prenderà impegni nei confronti del mio territorio, avrà la mia personale fiducia».

Guardando alla provincia di Trapani, tra i fedelissimi della prima ora, ecco Giacomo D’Annibale, ingegnere di Mazara del Vallo, già componente dell’assemblea nazionale del Pd, tra i primissimi ad avere aderito a Italia Viva. «Registro un grande entusiasmo nella provincia di Trapani – dice a Meridionews – dagli amministratori locali alle associazioni fino ai singoli cittadini, tantissima gente ha visto in questa occasione l’opportunità per riavvicinarsi alla politica».

Nel Trapanese sono già sorti comitati di Italia Viva a Mazara, Marsala, Erice, Trapani e Valderice, mentre a breve verranno costituiti quelli di Castellammare e Alcamo, dove molti un tempo vicini al senatore Antonino Papania sarebbero fortemente allettati dal nuovo partito renziano. E se diversi segnalano movimenti politici di Sammartino anche nella Provincia più a occidente dell’Isola, anche D’Annibale conferma che «Luca Sammartino, insieme a Davide Faraone e Valeria Sudano sono i pilastri di questa nuova avventura politica anche dalle nostre parti». L’obiettivo, insomma, è regionale. E soprattutto – secondo molti, sia dentro che fuori Italia Viva – le regionali. Quelle del 2022, per intenderci. «Sicuramente – conclude D’Annibale – Italia Viva avrà un ruolo determinante».

Impossibile, in questo quadro, prevedere il panorama politico nel quale si celebreranno le prossime elezioni per il rinnovo dell’Assemblea e dei vertici di Palazzo d’Orleans. Certo è che proprio in questi giorni in molti hanno rievocato come profetiche le parole pronunciate proprio da Sammartino quasi un anno fa, nel dicembre 2018, quando in un hotel di Catania parlò a una piccola platea di suoi fedelissimi, a cui diceva di augurarsi di «estendere la rete a tutta la Sicilia». Alcuni tra i suoi lessero quelle parole come l’avvio di un progetto ben più ambizioso, magari rivolto proprio a Palazzo d’Orleans.

Uno scenario rispetto al quale a frenare è invece il neo capogruppo Nicola D’Agostino, secondo cui «è prematuro immaginare qualunque prospettiva e non siamo interessati a scenari futuristici. Intanto la nostra posizione rimane di opposizione al governo Musumeci e contiamo di stabilire rapporti di continua collaborazione con il Pd, il Movimento 5 Stelle e Claudio Fava».

Ma al di là del freno a mano tirato dal capogruppo, nelle stanze di partito la voce del pensiero stupendo che immaginerebbe Sammartino in corsa verso la presidenza della Regione gira con una certa insistenza. Gramigna buttata nel campo delle ipotesi? Può darsi. «Ma se dovessimo giocare alla fantapolitica – ammette infine Saverio Bosco – punterei una fiches su un giovane leader come Luca. Avrebbe tutte le carte per giocarsela».


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