Verdechiaro, dall’esplosione alla gara di solidarietà Il titolare: «Sarà una gara a farlo ancora più bello»

Dettagli nuovi, un locale più grande, un controsoffitto in legno, nuovi colori. Erano solo alcune delle novità che, fino all’ultimo, Nello Occhipinti stava curando prima della fatidica riapertura di Verdechiaro. Ma quel 30 settembre qualcosa va storto e un boato improvviso distrugge in un attimo buona parte di quelle novità in attesa solo del grande pubblico. «È come se ci fosse salita addosso una macchina, pensarci fa stare malissimo», dice oggi a mente fredda Nello, che insieme alla moglie Daniela gestisce il ristorante gourmet a chilometro zero di piazza Leoni. A costringerlo ad accantonare quell’imminente riapertura del 2 ottobre è una bombola di gas, che esplode appena due giorni prima. E mentre accade lui è proprio lì dentro.

«Io ero lì, nell’ultima stanza insieme a un altro ragazzo, mentre altre persone erano fuori in quel momento a fumare una sigaretta. Erano circa le sette di sera…se fossero stati dentro non so davvero cosa sarebbe potuto succedere. So che nella sfortuna devo ritenermi fortunato perché io e tutti gli altri siamo qui, vivi, sani e salvi – dice -, non ci sono stati nemmeno danni strutturali all’edificio, insomma è finita davvero bene». Una fuoriuscita accidentale di gas in un attimo ha cancellato tutto quello che Nello e la moglie avevano appena finito di ristrutturare, dopo mesi di lavori, attese e sacrifici. «Una beffa enorme – continua -, mancava veramente poco, avevamo preso un locale accanto per essere più spaziosi. I danni sono parecchi, per fortuna c’è un’assicurazione».

Mentre i vigili dovrebbero essere sul punto di concludere le loro indagini. «Abbiamo già fatto istanza al pm per il dissequestro – spiega -, spero che nel giro di qualche giorno ci liberino il locale per poter cominciare tutte le successive trafile necessarie, tra assicurazione e perizie». Nello, infatti, non rientra nel suo locale dalla sera dell’esplosione. «Non si può dire quando ripartiremo, ancora non sono stati neppure tolti i sigilli posti in via precauzionale. La ferita è ancora fresca, aperta, e fa malissimo. Ma noi non molliamo, dobbiamo reagire, lottare, crederci e riprenderci tutto quello che è nostro». Malgrado il drammatico incidente, a far tornare il sorriso a Nello e alla sua famiglia è stata l’enorme ondata di solidarietà che si è sollevata, investendoli totalmente, non appena si è diffusa la notizia, già solo a poche ore dall’esplosione.

Non solo preoccupazione, amarezza, vicinanza, ma anche e soprattutto il desiderio concreto di darsi da fare e di dare una mano. E i social, in questo, sono stati dei complici perfetti. In tanti, infatti, hanno cominciato a prodigarsi, proponendo idee, mettendosi in prima linea. A pochi giorni dall’incidente parte anche la campagna solidale Tutti amano Verdechiaro, una raccolta fondi per dare una mano a Nello e alla sua famiglia, per i quali quello di piazza Leoni non è soltanto un ristorante, ma un progetto di vita. Non è un caso che la loro appassionata gestione abbia raccolto la stima di chiunque, non solo di frequentatori del locale e affezionati clienti, ma anche di chi la loro storia l’ha conosciuta solo dopo quella sera, e pure della concorrenza, che ha subito espresso loro vicinanza e supporto. «Ci ha chiamato chiunque, anche gente e colleghi da fuori, tutti vogliono fare qualcosa, vogliono contribuire in qualche modo. È una cosa eccezionale – rivela Nello -, ci dà davvero la forza di andare avanti».

È un posto, Verdechiaro, dove potersi sentire a casa e vedere esauditi i propri desideri. Un posto che Nello e la moglie volevano rendere per questo più moderno, più comodo, più luminoso, insomma più bello. Se una fuga di gas non avesse mandato tutto a monte. «Ci mettiamo tanta forza davvero per non pensarci, ma è difficile. Quella è tutta la nostra vita, è come se fosse accaduta una cosa grave a una persona cara – dice Nello -. Altro che lavoro, quello non è solo un posto di lavoro, è molto di più». Dolore a parte, però, nessuno ha intenzione di arretrare di un passo. E lo spirito battagliero e smanioso di rimettersi in gioco è sempre lì, pronto a ripartire. «Ce la faremo, non ho dubbi, e saremo più forti. Certo, parlarne è ancora una sofferenza grande, la ferita è fresca – dice -, ma noi andiamo avanti, sarà una gara a farlo ancora più bello».


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