No Muos, il pacifista Turi Vaccaro resta in carcere «Avrebbe diritto a uscire ma rifiuta la carità statale»

«Ho incontrato Turi Vaccaro al carcere di Pagliarelli». Comincia così il racconto di Pino Apprendi, presidente di Antigone Sicilia – l’associazione che si impegna affinché vengano garantiti i diritti e le garanzie nel sistema penale. In uno dei più noti luoghi di detenzione palermitani, infatti, dal 5 agosto 2018 è recluso un altrettanto celebre attivista No Muos. Che ha terminato di scontare gli undici mesi e 27 giorni di reclusione, condanna inflittagli dal tribunale di Gela per i fatti del dicembre 2014, quando lo storico pacifista aveva oltrepassato la recinzione della base militare statunitense di Niscemi, colpendo con una pietra alcune apparecchiature necessarie al funzionamento del Muos (il contestato sistema di telecomunicazioni satellitari di proprietà della Marina militare Usa). 

Ma visto che Vaccaro rifiuta di nominare avvocati che possano difenderlo nelle aule giudiziarie (e nonostante i legali del movimento si prestino a supportare gratuitamente gli attivisti), al Pagliarelli si è sommata un’altra condanna, diventata esecutiva, che ha prolungato la sua detenzione. Ecco perché Apprendi, sollecitato anche dagli attivisti No Muos, questa mattina è andato a visitare il 65enne pacifista originario di Marianopoli. «Dovrebbe uscire dal carcere il 31 dicembre 2019 – racconta ancora Apprendi -, ma potrebbe chiedere di anticipare l’uscita. Ne avrebbe diritto, gli ho portato il modulo da firmare, ma mi ha detto di no, non vuole benevolenza dallo Stato. Ritiene che se ha diritto di essere liberato deve essere lo Stato stesso a farlo. Ho argomentato la mia richiesta di chiedere di tornare in libertà, ma la sua coerenza è inattaccabile. Credo che la sua scelta debba essere comunque rispettata, anche perché durante la sua detenzione nessuno può appuntargli nulla. Lui scrive, legge, medita. Ha pochissimi contatti con gli altri detenuti, anche perché attua lo sciopero della parola. Infatti non esce sempre, nel senso che non approfitta sempre della sua ora d’aria». 

Noto anche tra i No Tav, Vaccaro cominciò le prime azioni a difesa della pace durante la mobilitazione degli anni ’80 a Comiso contro l’installazione degli euromissili a testata nucleare da parte della Nato. E negli anni è stato protagonista di numerose proteste contro le parabole satellitari di Niscemi, come quando si arrampicò sopra di esse nel novembre del 2015 prendendole a martellate e provocando un danno stimato in 800mila dollari. Gli attivisti No Muos hanno tentato più e più volte di mettersi in contatto con lui, ma la direzione del carcere Pagliarelli ha sempre ricordato che soltanto i familiari possono incontrarlo. Cosa che è avvenuta, in questi 436 giorni di detenzione, giusto una manciata di volte: l’ex compagna e la figlia di Vaccaro vivono infatti in Olanda. Intanto l’attivista continua «la sua dieta di frutta e verdura e le sue meditazioni a testa in giù». Mentre gli attivisti No Muos, che continuano a supportarlo a distanza nella sua lotta, annunciano nuove mobilitazioni in suo favore


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