Caso Maniaci, in aula un ex assessore di Borgetto «Nessun rapporto ambiguo tra Comune e mafiosi»

«Se io avessi visto qualcosa di illegale lo avrei denunciato a prescindere». Lo dice con sicurezza Marco Briguglio, sentito oggi nell’ambito del processo a carico di Pino Maniaci, giornalista di Telejato accusato di tentata estorsione e diffamazione. In passato assessore all’Ambiente del Comune di Borgetto, nel 2014 lascia bruscamente la politica, «non ero più compatibile, a livello di tempi e modalità, con quella giunta. C’era del dissenso politico», racconta oggi in aula. «Alla fine ho deciso di farmi da parte perché non ero in grado di interagire con questa giunta, appunto, che spesso avevo criticato». Un’esperienza che dura circa sei mesi.

Per qualche tempo resta lontano dalla politica, fino alla candidatura alle ultime regionali nella lista di Forza Italia, che non gli vale però alcun seggio, seguita da quella alle comunali di Borgetto, concorrendo per la poltrona di sindaco. Tra un passaggio e l’altro delle sue esperienze politiche, quasi giocando d’anticipo sulle domande degli avvocati di Maniaci, a un certo punto chiarisce di non aver «mai saputo di relazioni imbarazzanti del sindaco Gioacchino De Luca (all’epoca primo cittadino di Borgetto ndr) o di altri della giunta con personaggi mafiosi, mai assolutamente, mai sentita una cosa del genere», ribadisce con forza. Dopo appena mezzora il suo esame è già concluso. Nessuna domanda delle parti civili, nessuna da parte del pubblico ministero.

Salta quello forse più atteso, al contrario, di Gioacchino Polizzi e Giuseppe Davì, ex assessore il primo ed ex sindaco pro tempore il secondo del Comune di Borgetto all’epoca delle indagini. Le citazioni inviate dagli avvocati Parrino e Ingroia potrebbero non essere mai arrivate a destinazione, motivo che fa slittare il loro esame di quasi un  mese. Quello di cui dovranno rendere conto alla difesa del giornalista sotto processo ruota per buona parte attorno a una telefonata intercettata nel marzo del 2015. A chiamare è Polizzi, che si sfoga con Davì perché in un servizio andato in onda su Telejato sarebbe stato accusato di essere un mafioso. Uno sfogo che lo porta a raccontare anche altri particolari del suo rapporto con Maniaci.

«Ha voluto duemila euro di magliette gratis e ha voluto tre mesi di casa in affitto che l’ho pagata io di tasca mia… questa è estorsione…pura estorsione…Vattene da Pino Maniaci – diceva, rivolgendosi proprio a Davì per telefono -, perché succede la terza guerra mondiale, non faccio passi indietro. Lui è mafioso – alludendo al giornalista -, ha fatto estorsione nei miei confronti, io lo denuncio, prendo dieci avvocati, appena fa il mio nome…io te lo sto dicendo e vi tiro a tutti in ballo, non mi disturbate». Di fronte allo sfogo di Polizzi, il sindaco Davì tenta qualche rassicurazione, dicendogli che quello stesso pomeriggio avrebbe rilasciato un’intervista per smentire il vile accostamento lamentato da Polizzi.

Ma l’ex assessore è infuriato e, imperterrito, continua a ribadire di non voler più essere denigrato da Maniaci su Telejato. «Io ho i miei problemi…io ti dico una cosa a te – insisteva ancora al telefono -, perché tu con Telejato mi ci hai fatto convivere, mi ci hai fatto fare le magliettine, mi hai fatto dare la casa gratis, appena lui si permette a fare…e tu glielo puoi dire…io vi distruggo a te e a lui pure e poi glielo dico io chi è che ha i parenti pesanti…Me la prendo con te perché tu sei quello che ci discute con Telejato….Appena fa il mio nome me ne vado in televisione e vi dico quello che vi devo dire, poi vediamo chi ci scende a compromessi. Io mi chiamo Gioacchino Polizzi, è da dieci anni che faccio il consigliere comunale e io i malandrini e la mafia me li sbatto nella mianchia…Perché con il carattere mio non ci può neanche Dio».

«Perché dovete consumare a me? Questo imbroglione che mi discute di legalità, perché non pagava le cose? Io lo querelo Telejato – tornava a dire, furioso -, io gli faccio chiudere la televisione, a me me lo suca, ho tutte le prove». Lui e Davì dovrebbero presentarsi alla prossima udienza, a novembre. Seguiti a ruota da altre tre testi citati dalla difesa del cronista: il tenente colonnello Massimo Cucchini, del quale Telejato sarebbe stato in passato una sorta di confidente, e i due appuntati scelti Saccaro e Tumminia. 


Dalla stessa categoria

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]