Solidità e sacrificio a scapito dell’estetica I rosanero hanno capito cosa è la serie D

Pergolizzi lo aveva detto alla vigilia di una recente partita: «Non dobbiamo essere belli, per vincere le partite in questo campionato non è necessario esprimere un gioco esteticamente di alto livello. Contano altre cose». L’eco delle parole pronunciate dal tecnico rosanero è arrivata alla squadra che si è imposta per 1-0 sul campo dell’FC Messina nella quinta giornata del Girone I. È bastato un Palermo pragmatico e cinico per ottenere il quinto successo consecutivo e consolidare il primato solitario in classifica.

I rosanero, accompagnati anche da un pizzico di fortuna soprattutto nell’ultimo segmento dell’incontro nel momento in cui Carrozza ha colpito la traversa con una conclusione di destro ad incrociare e in cui non ha sortito effetti il forcing dei padroni di casa alla ricerca del pareggio, non hanno mostrato il profilo migliore ma hanno vinto lo stesso facendo valere altre risorse. Tipiche di una squadra che, pur non sviluppando nella gara odierna una manovra lineare complice un terreno di gioco insidioso e pur adattandosi nel caso specifico ai ritmi lenti di una partita avara di emozioni al netto di qualche lampo visibile in particolare nel secondo tempo, alla fine riesce comunque a portare a casa il risultato. Con maturità e spirito di sacrificio.

La vittoria ottenuta allo stadio San Filippo-Franco Scoglio davanti agli oltre 800 sostenitori rosanero (il Palermo è come se avesse giocato in casa dato che i tifosi ospiti erano in maggioranza) conferma che la compagine di Pergolizzi, al terzo successo di fila in trasferta (evento che non si verificava dal novembre-dicembre 2017 in B con Tedino in panchina) si è calata completamente nel clima della serie D, campionato in cui l’estetica e la qualità del gioco nella maggior parte dei casi vengono sacrificate sull’altare della concretezza e della solidità. Virtù che ormai fanno parte dei poteri di cui dispone la regina di questo campionato in grado, anche quando non è particolarmente ispirata, di imporre la forza del proprio scettro. Lo ha tenuto in mano Ficarrotta al 58’ realizzando il gol-vittoria con una punizione a giro che ha superato lateralmente la barriera e sorpreso il portiere Aiello leggermente in ritardo nella lettura della traiettoria.

Primo gol con la maglia rosanero per l’esterno offensivo palermitano che, in concomitanza con la sua prima apparizione da titolare in campionato con la squadra della sua città, ha lasciato una traccia significativa intonando un acuto molto importante per il collettivo e anche per se stesso in termini di fiducia e autostima dopo un periodo trascorso dietro le quinte e coinciso con il brillante momento di forma vissuto da Santana, oggi indisponibile a causa di un problema muscolare. Non c’è Santana? Ecco Ficarrotta. Ed ecco la forza di questo Palermo, compatto (terzo clean-sheet consecutivo fuori casa), tatticamente camaleontico e con tante frecce (una di queste è Ricciardo, sostituito a cinque minuti dal termine dal neo-acquisto Sforzini e in ombra oggi in un match emotivamente particolare per lui, messinese e cercato in estate dall’FC Messina prima del sorpasso effettuato dalla dirigenza rosanero) in una faretra che Pergolizzi può usare a suo piacimento per colpire e mandare ko gli avversari.


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