Palermo ricorda il generale Dalla Chiesa Il sindaco Orlando: «Vittime del dovere»

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Ricordare il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, Emanuela Setti Carraro e Domenico Russo vuol dire interrogarsi sul significato di ‘vittime del dovere’. In quegli anni, settanta e ottanta, nei quali cominciavano ad affermarsi nuovi diritti, l’appello a una stagione dei doveri, a una questione morale, a un’austerità nei comportamenti, venne raccolto da chi, come il generale Dalla Chiesa, era impegnato per contrastare la mafia, che trasformava i diritti in favori». Lo dice il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha partecipato stamani alla cerimonia nel luogo dell’eccidio mafioso.

 «Credo sia importante ricordare – aggiunge – che oggi che viviamo una nuova stagione dei diritti, proprio a questa stagione che caratterizza il cambiamento culturale di Palermo, occorre affiancarne una dei doveri di tutti e di ciascuno, nessuno escluso»
. Orlando ha partecipato inoltre alla messa officiata da monsignor Corrado Lorefice nella cappella della Caserma Carlo Alberto Dalla Chiesa. Poi si è recato, insieme all’assessore alle culture Adham Darawsha e alle massime autorità civili e militari cittadine e ai familiari, nel cippo commemorativo di Villa Bonanno, in Corso Vittorio Emanuele, dove bambini e cittadini hanno deposto alcuni cuscini di fiori in memoria della strage. 

«La sua è stata ed è una lezione straordinaria, che rivive oggi nella straordinaria missione dell’Arma dei Carabinieri e di tanti uomini e donne delle Forze Armate e Forze dell’Ordine italiani. Una lezione che Palermo non solo ha imparato dal suo Prefetto Dalla Chiesa ma nella quale la Palermo bella, pulita, onesta e ricca di creatività, lo ha appoggiato e lo ha pianto, quasi come un figlio della sua terra. Lo ha detto monsignor Santo Marcianò,
Ordinario militare, nell’omelia della messa per la commemorazione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. «Grazie agli uomini e donne di questa città – ha proseguito Marciano’ nella celebrazione nella chiesa di san Giacomo dei militari a Palermo -, del nostro Sud, della nostra Italia, i quali, oggi come ieri, sanno accogliere questa lezione di coraggio e dedizione e sanno riproporla con perseveranza e impegno, consapevoli che il demone del male grida e muore solo dinanzi al bene creduto e vissuto. Una lezione che accogliamo con nostalgia e speranza, chiedendo al Signore che la memoria viva del servitore dello Stato Carlo Alberto Dalla Chiesa sia per tutti monito di verità e di carità. Porti chiarezza ai punti ancora oscuri di questa come di altre vicende che hanno sporcato e insanguinato l’Italia e infonda trasparenza, dedizione disinteressata e spirito di servizio nei cuori dei cittadini e degli uomini delle Istituzioni, affinché la dignità di ogni persona umana e il senso del bene comune ispirino le decisioni, le scelte e i gesti importanti di cui, oggi come ieri, ha bisogno il nostro Paese, l’Europa, il mondo intero».


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