Il ministro sfiducia Giambrone alla guida del Massimo Sul web è gara di solidarietà, ma non mancano critiche

Dopo il veto del ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli, che ha di fatto fermato il rinnovo della nomina di Francesco Giambrone a sovrintendente del teatro Massimo ,la macchina della solidarietà si è messa in moto sui social, con tantissimi attestati di stima nei confronti del sovrintendente uscente, inviso al ministero in quanto fratello dell’attuale vicesindaco, Fabio. Da chi ne parla come «una persona perbene» a chi scende nel dettaglio del suo operato, descrivendo Francesco Giambrone come «l’uomo che ha riportato in alto il Massimo» e qualcuno addirittura parla di «sovrintendente illuminato».

Non sono mancate ovviamente le voci della maggioranza orlandiana, a cominciare proprio dal sindaco Leoluca Orlando, che ha dichiarato in una nota quanto «appare quantomeno inusuale che il ministro della Cultura non avendo argomenti formali e giuridici di alcun tipo adduca argomenti pretestuosi per rinviare la conferma di Giambrone. Non è mai successo nella storia del nostro Paese che il ministero non rispetti le scelte del Cdi». E come lui il capogruppo di Palermo 2022, anima della maggioranza in Consiglio Tony Sala, secondo cui «il Teatro Massimo in questi anni è tornato a essere il cuore pulsante di Palermo: non solo un centro di produzione culturale apprezzato a livello internazionale e capace di portare in alto nel mondo il nome della nostra città, ma anche il monumento più amato dai turisti, una realtà capace di penetrare nelle periferie uscendo dalle sue mura. Insomma, il Massimo è Palermo e Palermo è il Massimo. Una rinascita che, in larghissima parte, dobbiamo a Giambrone Francesco». 

E anche da parte del Pd cittadino arrivano attestati di solidarietà. «Giù le mani dal Teatro Massimo – dice il consigliere Francesco Bertolino – Le affermazioni del Ministro della Cultura ci preoccupano. Ci auguriamo che al più presto arrivi la riconferma del sovrintendente. Piena fiducia sul lavoro del CdI della Fondazione, che ha espresso all’unanimità la propria scelta. Davvero singolare la posizione del ministro, che prova a contrapporsi ad un organismo istituito proprio per esprimere l’indirizzo strategico di un teatro». Tra i tanti, cittadini, artisti, politici, molti se la prendono con la figura di Bonisoli, altri lo invitano a «battersi e impegnarsi per avere più fondi da investire per le attività e i beni culturali di questo, sempre più triste e infelice Paese» piuttosto che mettere il becco in questioni del genere. Ma c’è anche chi nelle parole del ministro non vede niente di scandaloso.

«Il Ministro blocca la nomina di Giambrone – scrive Enrico – per un semplicissimo motivo: è fratello del vicesindaco. Ma vi immaginate cosa sarebbe accaduto se un sindaco di centrodestra avesse nominato il fratello di un vicesindaco di centrodestra a sovrintendente? La intellighenzia sinistrorsa avrebbe gridato allo scandalo: conflitto di interessi, pericolo fascista».


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