Palermo calcio, in corso lo sgombero allo stadio  Apprensione per la sorte dei 27 dipendenti Arkus

Sono in corso da questa mattina le operazioni di sgombero allo stadio Renzo Barbera da parte dei funzionari del Comune di Palermo in seguito al mancato adempimento da parte della U.S. Città di Palermo dell’ordinanza emessa nei giorni scorsi dal sindaco Orlando. I funzionari stanno procedendo all’inventario di tutto ciò che c’è all’interno dello stadio, piano per piano: inoltre, su disposizione sempre del primo cittadino, si sta procedendo a un inventario specifico per quanto riguarda cimeli, coppe e trofei. Sul posto potrebbe giungere anche il sindaco, che negli ultimi tempi ha scelto di seguire in prima persona le sorti del Palermo calcio. 

Gli impiegati erano presenti sul posto di lavoro già alle 8 e 30 del mattino, un po’ prima del solito, e qualche minuto dopo le ore 9 sono arrivate quattro volanti della polizia municipale, insieme a tre mezzi del Comune. Che, oggi stesso, consegnerà le chiavi del campo di gioco a Hera Hora, la società sportiva che si è aggiudicata il recente bando voluto fortemente da Orlando, che tecnicamente potrebbe insediarsi a partire da domani. Anche se è facile prevedere che, visto che le modalità e le tempistiche dovranno ancora essere definite nello specifico, l’operazione potrebbe slittare di qualche giorno. 

I dipendenti sono spiazzati per quello che di fatto è uno sgombero. E non possono neanche opporsi a questa scelta, perché rischiano una denuncia. Dicono di sentirsi «abbandonati da Arkus Network», rimangono prigionieri di una situazione piuttosto «ingarbugliata». Da ricordare che si tratta di 27 persone che non sono pagate da giugno, alle quali attualmente manca persino il versamento di una parte della quattordicesima. Per questo motivo i dipendenti a gran voce hanno chiesto alla società un rappresentante legale che li tutelasse, ma l’avvocato individuato è impegnato oggi in udienza e ha fatto sapere, dunque, di non poter essere presente allo sgombero. 

«Più soli di prima», con queste parole manifestano a denti stretti il proprio malumore, considerando che il più diretto interlocutore – il presidente Bergamo – ha spiegato loro di non poter mandare nessuno. I 27 dipendenti in ogni caso attendono anche comunicazioni da parte della nuova proprietà, per capire la corretta applicazione della clausola sociale posta nel bando e che riguarda le loro modalità di assorbimento


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