Al Museo Pasqualino tornano gli spettacoli dei pupi siciliani

La “casa dei pupi e delle marionette” dà, come ogni estate, il benvenuto ai suoi visitatori con gli spettacoli quotidiani dei paladini di Francia: ogni lunedì alle ore 11 e da martedì a sabato alle 17. Questo sarà solo uno dei numerosi appuntamenti della settimana al museo Pasqualino: per il ciclo di seminari di Antropologia dell’arte, oggi, mercoledì 12 giugno alle 15, all’Accademia di Belle Arti di Palermo (aula 5), Maria Laura Agnello affronterà il tema: “Gli oggetti sono segni?”

Dire che un oggetto è un segno, che esiste un codice che gli sta dietro, un linguaggio, che gli permette di funzionare come la parola, non è scontato, ma significa comunque fermarsi al livello dell’evidenza fenomenologica del mondo. Compito della semiotica è invece quello di ricostruire il sistema di differenze che fa sì che quell’oggetto sia un segno. Ed ecco che si delinea il campo d’azione di una semiotica degli oggetti: non più quello di indicare l’esistenza della significazione oggettuale ma ricostruirne l’articolazione formale interna.

Tra gli eventi in programma del Festival del viaggio, ancora mercoledì ma alle 21, al Museo delle Marionette si terrà l’incontro “Dedicato a Matera, un viaggio nella capitale europea della Cultura 2019” con Marcella Croce e Rosario Perricone. I due studiosi racconteranno della prima città dell’Italia meridionale a ricevere questo riconoscimento e del percorso che ha portato questo bellissimo centro a raggiungere il palcoscenico d’Europa.

Giovedì 13 giugno dalle ore 9, sempre al Museo, si terrà la giornata di studi “Performance studies in Italia. Un paradigma transdisciplinare per la ricerca”. Nella seconda metà del Novecento, il termine performance diviene paradigmaticamente popolare. È in questo clima che sorgono, intorno agli anno Ottanta, i performance studies. Pioniere e padre di questo nuovo “movimento” è Richard Schechner, che descrive la performance come un’attività ad ampio raggio capace di includere le arti performative, lo sport, il rituale, la vita quotidiana. 

Attraverso uno sguardo incrociato tra teatro e scienze sociali (nel nome di un sodalizio “antico”, capace tuttavia di un respiro sempre inedito), questo incontro, organizzato dal Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino – da sempre impegnato in attività di ricerca scientifica, promozione culturale e divulgazione di contenuti legati alle performance – vuole essere un’occasione di riflessione per esaminare tali tematiche all’interno del dibattito contemporaneo.

Spazio all’arte sabato 15 giugno:alle 18 il museo delle Marionette inaugurerà mostra “Insomnia cookies”, a cura di Antonio Leone e Paola Nicita.L’incontro con l’altro, come incontro con sé stessi e modalità di esplorazione: attraverso una selezione di artisti internazionali celebri per una loro ricerca orientata in tal senso, “Insomnia cookies” vuole narrare le molteplici declinazioni dell’amore, affermandone la necessità universale che nasce da esperienze soggettive. Parallelamente, è una narrazione che vuole riflettere sulla ricerca ed esplorazione della propria identità, intesa sia come espressione della visibilità delle persone Lgbt – come atto politico che rivendica l’espressione della propria esistenza – ma anche come ricerca della propria autenticità, o semplicemente esplorazione del proprio desiderio. 

È il corpo dell’artista il soggetto/oggetto di questa ricerca, che diventa campo di indagine, territorio da sondare, spazio di possibilità che sfugge alle definizioni castranti delle categorie che mortificano e avviliscono l’esperienza di un dialogo sincero con il proprio sé, con le proprie pulsioni, inclinazioni e desideri. Un gioco dialettico attraverso cui le domande sulla propria identità restano aperte, da intendersi come spazi di possibilità, luoghi dall’accadere, attraversamenti – reali, ideali o presunti, ma mai vincolanti.

E da sempre il corpo – potrebbe apparire un paradosso, ma non lo è – ha rappresentato l’arma più potente e incisiva per la narrazione dell’animo umano, l’affermazione di un principio di identità come principio di libertà. L’esposizione viene inoltre contestualizzata all’interno di un percorso museale rodato e consolidato come quello del Museo internazionale delle marionette, che si inserisce inserendosi in un dialogo sorprendente e queer con la collezione, rilanciando temi e modalità narrative, affermando alterità possibili.


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