De André, un murale per l’amico fragile vicino ai più deboli Ghezzi: «Ha voluto affacciarsi al mondo per capire l’umanità»

«Avete scelto una foto che io amo in assoluto cogliendo meravigliosamente la sua espressione, ed è quella la cosa più difficile». Quando scoprono il murale che raffigura la sua immagine, Dori Ghezzi non nasconde l’emozione. La cantante vedova di Faber e presidente della Fondazione dedicata al celebre cantautore genovese scomparso 20 anni fa, stamane ha partecipato alla giornata organizzata dal Comune dal titolo Una goccia di splendore – Palermo per Fabrizio De André. Una serie di iniziative per celebrare l’immenso artista che con le opere e la forze del suo impegno ha lasciato un segno indelebile nella storia e nella cultura del nostro Paese, punto di riferimento per decine di generazioni. Il primo appuntamento è ai Cantieri culturali alla Zisa per l’inaugurazione del dipinto realizzato dai giovani allievi dell’Accademia di Belle Arti di Palermo.

L’opera raffigura l’artista mentre stringe la chitarra con alle spalle una rosa stilizzata, un chiaro riferimento a uno dei successi più noti dell’autore, ricordato anche per album indimenticabili come La buona novella e Non al denaro non all’amore né al cielo, come rivela il direttore dell’Accademia. «L’opera, prodotta con pittura molto resistente al quarzo e non con comuni bombolette, è stata interamente realizzata a pennello dagli studenti – spiega Mario Zito – Si è voluto dare l’effetto tipico della Pop art riprendendo l’immagine del fiore simbolo per eccellenza di una delle canzoni più conosciute di De André. Ringrazio l’amministrazione che ancora una volta ha avuto fiducia nei ragazzi – ha aggiunto – e questo segna una presenza ancora più forte dell’accademia in questi spazi». 

Ghezzi, che per lunghi anni ha vissuto con De André e che ha condiviso con lui anche l’esperienza traumatica del rapimento in Sardegna, poi sublimata nell’album L’indiano, ha particolarmente apprezzato il lavoro degli studenti ringraziandoli per il loro impegno: «Fabrizio ha sempre voluto uscire dalla sua nicchia e affacciarsi al mondo per capire meglio l’umanità – ha detto osservando il dipinto – Lui stesso è diventato più umano e amato non solo in quanto artista ma anche come persona. Via ringrazio per questa gioia che mi state dando che non dimenticherò mai – e poi, rivolgendosi al sindaco ha aggiunto – Palermo è una città che si è molto modernizzata ed è andata molto avanti». Nel corso della giornata le celebrazioni si sono spostate al Conservatorio Alessandro Scarlatti  con in programma l’esibizione degli studenti del Conservatorio.

«Oggi è il giorno della gratitudine De André – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – Dopo anni di vergogna e di paura, in questa città stiamo cercando di costruire un nuovo umanesimo. Ed è questo il senso vero del mio grazie a un profeta che ha pensato possibile un mondo diverso in un tempo nel quale si aveva paura di chi era diverso. Lui, invece, ha avuto cura dei più deboli. In tempi come questi in cui rischia di tornare la paura per il fragile, credo che abbiamo un forte bisogno di riferimenti. E in una città nella quale io sono persona, noi siamo comunità, credo fosse questo il messaggio di De André contro le soffocanti logiche di appartenenza di gruppo. Ed è la ragione – ha concluso – per cui abbiamo scritto parlando di un cantore di umanità e profeta di libertà».


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