Termini, cassa integrazione per i lavoratori Blutec  Cgil: «Il governo ci convochi ora, qui crolla tutto»

I passi in avanti sono solo attesi, quelli indietro invece sono concreti. Da lunedì 3 giugno per una parte dei lavoratori Blutec di Termini Imerese, circa un centinaio, scatterà la cassa integrazione, allo stesso modo di quel che è avvenuto negli altri impianti dell’azienda torinese. La notizia era nell’aria da un po’ di tempo, ma si sperava comunque che il commissario straordinario Giuseppe Glorioso riuscisse a rinviare la misura, che testimonia le drastiche difficoltà dell’azienda subentrata a Fiat a dicembre 2014. Con un progetto di riconversione industriale che non è mai decollato, tra accuse di malversazioni ai danni di Invitalia (l’agenzia nazionale per lo sviluppo degli investimenti d’impresa) e commesse di lavoro che sono rimaste ipotetiche, in assenza di un piano industriale definito. 

«Era una cosa che ci aspettavamo, il commissario ce l’aveva anticipato – conferma Roberto Mastrosimone, segretario regionale della Fiom -. Ci ha più volte spiegato che ci deve essere un equilibrio tra attività e fatturato. Credo che questa sia la conferma definitiva che il progetto Blutec è morto, e quindi adesso il ministro Di Maio deve portare avanti quel che ha sostenuto lo scorso 26 ottobre, quando è venuto a Termini. Cioè che il governo non intende lasciare soli i mille lavoratori coinvolti, cioè i 700 Blutec e i 300 dell’indotto. Quindi adesso è urgente, dopo il crollo di Blutec, che venga convocato al più presto un tavolo. Anche perché il 30 giugno comunque per tutti scade la cassa integrazione dei sei mesi, che è stata anticipata proprio dal ministero dello Sviluppo Economico e del Lavoro». 

A giugno, dunque, la situazione all’interno dello stabilimento industriale sarà analoga a quella che esistente prima dell’arrivo di Blutec. A lavorare saranno appena una quarantina di persone, tra sorveglianza, manutenzione e pompieri, e tutti gli altri in cassa integrazione.Con quello che appare un ritorno al punto più nero di tutta la vertenza. Le ultime 100 persone in arrivo si aggiungono alle altre mille che nel corso di questi anni hanno usufruito degli ammortizzatori sociali. Gli strumenti di welfare paradossalmente sono stati l’unica certezza per i lavoratori, a fronte di tante speranze – le ultime, in ordine di tempo, sono state la visita della delegazione cinese e la fusione tra Fca e Renault – che sono rimaste sulla carta.

«C’è bisogno di tracciare una strategia comune col commissario di Blutec, il governo regionale e quello nazionale – spiega Mastrosimone – per trovare delle soluzioni nuove e concrete che possano ridare l’impiego ai mille lavoratori di Termini Imerese. Ma se questo non si fa nel giro di qualche settimana il rischio è che crolli tutto. L’intervento del commissario testimonia, se mai ce ne fosse bisogno, che il progetto Blutec è esaurito e si deve guardare altrove, come diciamo da tempo. Di Maio, dopo la votazione interna ai 5stelle, non è stato solo confermato come capo politico ma anche, implicitamente, come ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Quindi adesso ci attendiamo una convocazione immediata». 


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