Class action, Palermo sostiene il Palermo «Vittime di un’ingiustizia, non ci fermiamo»

Pressing asfissiante e un moto perpetuo per non permettere all’avversario di respirare. Non si tratta, in questo caso, degli input che un allenatore ha dato o darà in campo ai suoi giocatori ma delle linee guida che contraddistinguono la class action promossa in città da un gruppo di tifosi. I numeri (mille pre-adesioni e ottime possibilità che venga raggiunto il target minimo di 2.500) dimostrano che l’iniziativa, pur dovendo fare i conti con la rigidità e la resistenza del muro eretto dalle istituzioni calcistiche, finora ha avuto un certo successo. Facendo leva sul principio che il tifoso è anche un consumatore, il comitato Rosanero in Class Action – Playoff per la Lega-lità si è attivato con l’obiettivo di dimostrare che la decisione del Consiglio direttivo della Lega B di procedere subito con la disputa dei playoff senza aspettare il secondo grado di giudizio può essere configurata come una lesione di un interesse legittimo.

I tifosi rosanero, assetati di equità e di imparzialità, si sentono vittime di un’ingiustizia: «Parte tutto da ciò che è successo nella scorsa stagione a Frosinone – ha ammesso Alessio Cardinale, coordinatore del comitato Rosanero in Class Action durante la tavola rotonda organizzata oggi dalla redazione di Mediagol.it presso la sala eventi del Mercato San Lorenzo – a partire dai fatti che sono successi a Frosinone (palloni in campo e condotta antisportiva da parte dei tesserati e tifosi ciociari in occasione del ritorno della finale playoff, ndr) siamo stati presi in giro in maniera arrogante ed è arrivato il momento di intervenire anche perché la città merita che quest’arroganza venga punita. A proposito della class action – ha aggiunto – sarà importante la giornata di lunedì nella quale un team di commercialisti (di cui fa parte Carlo Amenta presente anche lui alla tavola rotonda che ha coinvolto pure diversi tifosi, esperti e appassionati, ndr) analizzerà e approfondirà i bilanci, che siamo riusciti a reperire, di tutte le società di serie B. Vogliamo investigare per capire cosa può emergere e se c’è stata una disparità di trattamento, non ci fermiamo e abbiamo l’intenzione di restare costantemente sul pezzo».

Sulla stessa lunghezza d’onda viaggia Ninni Terminelli, uno degli avvocati del comitato promotore dell’iniziativa: «Dalla possibile serie A, il lunedì ci siamo ritrovati in C – ricorda facendo riferimento alla gara interna con il Cittadella dello scorso 11 maggio e alla successiva sentenza di primo grado del Tribunale Federale Nazionale – occorre alzare la testa e mettere pressione alla Lega dalla quale, al momento, non abbiamo ricevuto alcuna risposta. I componenti del Consiglio direttivo della Lega B che ha deciso di rendere immediatamente esecutiva la sentenza di primo grado del TFN e di non sospendere i playoff sono in palese conflitto d’interessi e si sono coalizzati contro il Palermo. Ed è la prima volta, peraltro, che fatti del genere riconducibili a illeciti di natura amministrativa vengono sanzionati con una retrocessione e non con una penalizzazione».

In attesa che venga ulteriormente definita e strutturata con la creazione nei prossimi giorni di un sito internet attraverso il quale saranno illustrati i dettagli relativi alle modalità di adesione, la macchina organizzativa della class action è già partita e – rivela Cardinale – «avrà anche il supporto di un esperto palermitano, chiamato a valutare l’impatto sociale determinato da decisioni prese dall’alto, nell’ambito di un’azione di risarcimento, che stiamo prendendo in considerazione, a tutela della città». «È chiaro che i prossimi passi dipenderanno molto dall’esito dell’udienza di secondo grado rinviata al 29 maggio» – ha concluso Terminelli confermando, inoltre, che esistono gli estremi per una denuncia alla Lega B per abuso d’ufficio.


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