The smile of 3P, la vita di Puglisi in una serie tv «Sguardo inedito come se lui fosse ancora qui»

«È vero, gli hanno sparato ma si è salvato. Sarà, quindi, un tentato omicidio: lui è ancora vivo, è anziano e ogni tanto si mostra in pubblico e si racconta ai suoi volontari». È lo sguardo inedito che The smile of 3P – e se Padre Puglisi fosse ancora in vita?, la nuova mini serie che si girerà a Palermo da domani, offre immaginando che l’omicidio di don Pino non sia mai avvenuto. Prodotta dalla Seven comunication production – in collaborazione con il centro Padre Nostro, la Scuola d’arte per il cinema e il teatro con il Patrocinio del Comune di Palermo e del Comune di Godrano -, la fiction punta a raccontare gli aspetti meno conosciuti del beato: il lato più umano e intimo di Puglisi. 

Liberamente ispirata al libro di Fulvio Scaglione Padre Pino Puglisi-martire della mafia per la prima volta raccontato dai familiari, l’intento è di «raccontarlo ancora vivo e in mezzo a noi», rivela Paolo Brancati, il registra e attore palermitano, mostrando spaccati della sua esistenza finora poco conosciuti, dal suo percorso a Godrano fino ai primi anni ‘90 a Brancaccio. Una storia che si snoda nel tempo, dall’infanzia e dal rapporto amorevole con i genitori fino al giorno in cui decise di prendere i voti e diventare umile strumento di Dio. Le scene della mini serie verranno girate proprio nei luoghi in cui si è svolta la vita del beato, soprattutto nel quartiere simbolo del suo impegno, dove sorge oggi anche la casa museo.

«Abbiamo ricevuto un grande supporto dal fratello Franco che ci ha raccontato aneddoti per lo più sconosciuti», prosegue Brancati che, tra i tanti episodi ricostruiti, ricorda con piacere l’incontro di un Puglisi ancora dodicenne con un giovane delinquente del quartiere.  «Un bullo che prima si prende gioco di lui – spiega riferendosi a un fatto realmente accaduto – ma che poi si pente e chiede scusa al Puglisi ancora ragazzino che, così, riesce ad avvicinarlo al mondo della Chiesa». Nella serie, l’uomo Pino è al centro della sceneggiatura, mentre l’argomento mafia avrà un ruolo marginale. E il ritratto che emerge è di un uomo che fin da piccolo era spinto dal desiderio di aiutare gli altri. 

«Durante la preparazione delle riprese, ho conosciuto il vero uomo prima che diventasse il beato ucciso dalla mafia che ha lasciato un segno tangibile nel territorio e nei nostri cuori. Diventato sacerdote è riuscito a strappare i giovani alla delinquenza perché il suo sogno era proprio questo – conclude – educarli fin da piccoli alla legalità e farli crescere uomini giusti e probi». Alle riprese che termineranno il 31 maggio, per un totale di tre puntate per la piattaforma Sky, partecipa un cast tutto siciliano. Ben quattro gli attori che interpretano il beato sul piccolo schermo: da piccolo Pietro Daddi, da giovane Giovanni D’Aleo e, infine, da adulto: Cesare Biondolillo. Il Puglisi scampato all’omicidio avrà il volto di Gino Carista. Sul set anche Orio Scaduto, Ernesto Maria Ponte, Giuditta Perriera, e il piccolo Fofò nella serie La mafia uccide solo d’estate, Enrico Gippetto. Le musiche saranno curate da Filippo Ragusa e la sceneggiatura è a firma di Giuseppe Tarantino.


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