Sigarette di contrabbando, arrestati padre e figlio

La polizia ha tratto in arresto due palermitani, padre e figlio tra loro, sorpresi in autostrada con un considerevole carico di sigarette di contrabbando. L’arresto è maturato nell’ambito di servizi di controllo del territorio volti alla prevenzione ed al contrasto del traffico di tabacchi lavorati esteri, privi del previsto sigillo dei Monopoli di Stato, effettuati dai poliziotti della squadra mobile.

Nel corso di tali servizi, dispiegati lungo l’asse autostradale A20, nei pressi della barriera autostradale di Buonfornello, intorno alle ore 20.15 dell’altroieri, i poliziotti hanno sottoposto ad un controllo il conducente di un’autovettura station wagon, che procedeva in direzione del capoluogo siciliano.

Nelle fasi di identificazione del passeggero gli agenti hanno notato la presenza di alcune grosse scatole sul sedile posteriore del mezzo; ulteriormente insospettiti, anche a causa dell’atteggiamento particolarmente teso dell’uomo, hanno deciso di approfondire gli accertamenti a suo carico. Così, a seguito del controllo, hanno rinvenuto 16 scatole di cartone (disposte in parte sul sedile posteriore ed in parte nel vano portabagagli) contenenti un considerevole quantitativo di stecche di sigarette prive del previsto sigillo dei Monopoli di Stato.

Poco dopo i poliziotti hanno intercettato e sottoposto a controllo una seconda vettura dello stesso modello della precedente, con a bordo un giovane, figlio dell’uomo fermato poco prima; dal controllo effettuato sulla vettura sono state rinvenute altre 15 scatole di cartone contenenti stecche di sigarette di contrabbando, che il giovane nascondeva all’interno della vettura.

Le due autovetture, prese a noleggio da padre e figlio, viaggiavano in tandem, a distanza di pochi chilometri l’una dall’altra, evidentemente con l’intento, rivelatosi vano, di sfuggire ad eventuali controlli di polizia.

Le sigarette, 31 scatole per un peso complessivo di 240 chilogrammi e un valore commerciale di circa 50mila euro, sono state poste sotto sequestro, mentre i congiunti sono stati tratti in arresto e portati al carcere Pagliarelli.

(fonte: questura di Palermo)


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