Catania-Ragusa realizzata da Anas? La Regione dice no Falcone: «Dare fiducia al Cas. Occorre pedaggio minimo»

Ventiquattro ore di silenzio, per calibrare il tiro della risposta. Poi la netta presa di posizione e un altro duro attacco nei confronti del governo nazionale: l’autostrada Catania-Ragusa in mano all’Anas non piace affatto alla giunta di Nello Musumeci. «La verità – spiega l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone a MeridioNews – è che per l’ennesima volta non è stata presa una decisione, ma si è solo rinviato. Il governo nazionale continua a trattare la Sicilia come territorio secondario. Questa è una scelta che va presa raccordandosi con la Regione, perché riguarda il nostro territorio, e invece non siamo stati coinvolti».

La svolta annunciata dal ministro Danilo Toninelli mercoledì sera alla seduta del Cipe non è andata giù a Palermo. Dopo mesi di annunci (come quello della ministra del Sud Barbara Lezzi che a dicembre dava per superate tutte le difficoltà) e di frenate (le perplessità del ministero dell’Economia su pedaggio e affidabilità finanziaria del privato titolare del progetto), Toninelli comunica che la Sarc Srl è disponibile a cedere il progetto definitivo e che, quindi, l’opera potrebbe essere realizzata non più in project financing ma interamente con fondi pubblici. 

«Una mossa non concordata con la Regione», precisa Falcone. Una mossa che, a dirla tutta, relegherebbe la Regione in panchina, senza più alcun potere di controllo su un’opera strategica nello scacchiere viario dell’isola, ma anche una ricca torta dal valore di 800 milioni di euro. L’assessore elenca i motivi della perplessità: «Noi ci eravamo impegnati ad abbattere il pedaggio e, in seconda battuta, a far entrare il Consorzio autostradale siciliano nella compagine societaria. Ora invece si dice: togliamo di mezzo il privato e facciamo tutto con Anas». Al momento le risorse pubbliche stanziate per l’opera ammontano a 367 milioni di euro. Bisognerebbe trovarne altri 400. «Ma il ministro non spiega da dove prenderanno questi soldi»

Altra perplessità del governo regionale è legata ai tempi. A cominciare dalla trattativa tra Anas e Sarc srl per la cessione del progetto definitivo. «L’ultima volta che abbiamo parlato col privato – precisa Falcone – ci avevano comunicato l’indisponibilità a vendere il progetto. Hanno cambiato idea? Ma io so che una lettera d’intenti non significa nulla, non c’è una cessione concordata. Passeranno sei mesi per questa trattativa». Secondo quanto trapelato dal ministero dei Trasporti ci sarebbe già una perizia sul valore dell’operazione, ma anche su questo Falcone esprime dubbi: «Secondo il progettista vale 23 milioni di euro, ma ne vorranno almeno il doppio perché la Sarc avrà un mancato guadagno, gli mancherebbe un utile d’impresa che invece avrebbe nel caso in cui fosse la stessa società ad affidare direttamente le opere di realizzazione». Se la cessione andasse comunque in porto, «il progetto dovrà essere trasformato in esecutivo con una gara di evidenza pubblica e serviranno altri otto mesi. La progettazione poi va validata e le opere mandate in gara e servirà un altro anno. E siamo a oltre due anni». 

Infine, altro aspetto che marca la distanza tra Roma e Palermo è la questione pedaggio. Con il coinvolgimento del privato, e dopo l’impegno della Regione a calmierare i prezzi, si parlava comunque di circa dieci euro per andare da Catania e Ragusa, e altrettanti al ritorno. Tariffe altissime. Toninelli ha parlato invece di «azzeramento del pedaggio» se l’infrastruttura venisse realizzata da Anas. «Non siamo d’accordo – spiega l’assessore Falcone – Un’autostrada ha necessità di manutenzione, servirebbe un pedaggio minimo, com’è per la A18 e la A20. Una vecchia autostrada come la A19 non può essere pedaggiata, ma una nuova sì».

Eppure, dal governo regionale, una mano pubblica nella realizzazione e nella gestione della futura autostrada non la escludono. A patto che non sia l’Anas l’attore protagonista, bensì il Consorzio autostrade siciliano. Che già controlla – con inefficienze e un elenco di inadempienze che la nuova gestione sta cercando di sanare – la Messina-Catania e la Messina-Palermo.

Per Falcone «l’Anas ha talmente tante cose in pancia che andare a cercarne altre mi sembra paradossale: la circonvallazione di Gela, la variante alle statale 115 di Vittoria, l’ammodernamento della Catania-Gela, il miglioramento della A19, il raddoppio della Caltanissetta-Agrigento e dell’Agrigento-Palermo, le statali 189 e 121. L’Anas le ha fatte tutte queste cose? Piuttosto – aggiunge – andrebbe data fiducia al Cas che, nel 2018, ha bandito oltre 30 gare e nel 2019 è già a 40. In questo momento è più performante di Anas. Ecco, in nome del decentramento amministrativo lo Stato dovrebbe finanziare l’opera usando il Cas come strumento. Possiamo diventare noi il protagonisti delle nostre strade?». Guardando allo stato della A19 a gestione Anas da un lato, e della A18 e della A20 a gestione Cas dall’altro, difficile per i siciliani scegliere cosa augurarsi. 


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