Brancaccio, la ministra Lezzi sul luogo del futuro asilo «È in posti così che si fa la vera lotta a mafia e povertà»

«Lo Stato è presente, c’è e ha voluto esaudire questo sogno di padre Pino Puglisi. Questo luogo sarà un presidio, può sembrare una piccola cosa ma sarà una grande presenza, è stata voluta e richiesta dall’associazione Padre Nostro, ma è un successo anche delle istituzioni». Con queste parole la ministra per il Sud Barbara Lezzi ha dato il via alla manifestazione di solidarietà di questa mattina a Brancaccio, sul luogo dove presto sorgerà l’asilo I piccoli di padre Puglisi. Luogo, fino a pochi mesi fa, oggetto di ripetuti atti vandalici, messi a segno in alcuni casi anche da ragazzini e bambini del quartiere. Un quartiere che, però, sente più forte che mai adesso un bisogno di riscatto. E lo dimostra la calorosa partecipazione di stamattina. «Questo è un momento di festa, ma non siamo certo arrivati al capolinea, questa semmai è una sosta», dice infatti Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Nostro. «Abbiamo le idee più chiare per andare avanti, la cosa importante è che oggi finalmente il quartiere comincia a percepire che questo è un progetto che si realizzerà – osserva ancora -. Senza padre Puglisi Brancaccio sarebbe ancora come l’aveva lasciata lui. Non ci sarebbero piazze ristrutturate, centri aggregativi, palestre, non ci sarebbe niente. Vogliamo costruire una società che non abbia più bisogno di martiri. Puglisi non è nato qui a caso e non è stato martire qui a caso. Brancaccio diventerà qualcosa di diverso. La nostra forza è la presenza. Faremo di questo posto uno spazio libero, aperto a chiunque». 

Il quartiere, insomma, sembra ormai avere concretamente intrapreso la strada del cambiamento. Lo ammette, con visibile emozione, anche il sottosegretario di Stato alla presidenza del consiglio dei ministri Vito Crimi, che qui c’è cresciuto: «Sono nato in questa zona – dice subito -. Sperone, Settecannoli, tutti posti problematici che hanno fatto parte della mia infanzia, io le scuole le ho fatte qui e ogni giorno percorrevo proprio questa strada dove siamo oggi. Ho visto com’era 30 anni fa e la rivedo adesso, una rivoluzione che a poco a poco si sta realizzando, si fa passo dopo passo, ma è un territorio che deve interiorizzare alcuni passaggi». Ma nessun cambiamento si realizza dall’oggi al domani. Lo sa bene il sottosegretario, che invita ad avere pazienza e ad essere perseveranti, ma soprattutto a credere che lasciarsi indietro etichette e luoghi comuni sia possibile. «Qui è stato essenziale il lavoro fatto dal Centro Padre Nostro e anche dalle parrocchie, per molto tempo gli unici luoghi in grado di aggregare le persone – dice -. Ma fondamentale è stato soprattutto quanto fatto da padre Puglisi in un territorio che era dimenticato, il suo sacrificio è stato un seme che ha cominciato a dare i suoi frutti. Speriamo adesso di riuscire a fare velocemente, non basta posare la prima pietra».

E sui tempi di realizzazione sembra esserci un cauto ottimismo. A dare una notevole accelerata a tutto, infatti, è stato proprio il fatto che a ideare e curare personalmente il progetto sia stato il Centro fondato dal beato Puglisi e il suo presidente. Fattori che lasciano ben sperare la ministra Lezzi: «Questa associazione è una goccia che scava la roccia – torna a dire, rivolgendosi ad Artale -. Sono grata di questo invito, sono qui per rendere merito e onore a questa associazione, che porta avanti la potenza di Pino Puglisi, rendendolo persino più potente ancora. Il finanziamento? Sono estremamente soddisfatta, non parliamo di grandi cifre, ma è già qualcosa. E il fatto che questo luogo, prima ancora che nasca l’asilo, sia stato già oggetto di atti di vandalismo significa che ha davvero un valore e un significato enormi. Io qui ho trovato un dialogo fluido e semplice, siamo arrivati alla conclusione in poche battute, parliamo già di progetto esecutivo. In altre realtà non è così semplice».

E con pudore allontana sul nascere alcuni tentativi di ringraziarla della visita di oggi. «Io ho solo portato avanti le idee di altri che mi hanno affascinata subito, non contano le bandiere politiche, questa è la vera lotta a mafia e povertà, il vero tentativo di una riqualificazione delle periferie. La mia promessa oggi – rivela infine – è che proverò a fare in modo che si porti avanti in parallelo il progetto della piazza, sarebbe bello avere qui in questo quartiere questi due importanti cantieri nello stesso tempo». Sembra addirittura sparito, in mezzo a questo clima di forte positività, anche il fantasma delle intimidazioni. «Quando padre Pino Puglisi è stato ucciso è diventato ancora più potente – ribadisce la ministra -, gli episodi intimidatori lo dimostrano. Questo asilo può arginare parte della mafia, può essere qualcosa che vuole contrastare, oltre ad essere un grande simbolo. Ogni volta che ci saranno atti vandalici noi torneremo sempre qui», promette infine. E a regalare un’ulteriore nota positiva alla giornata la notizia che presto sorgerà a Brancaccio un nuovo complesso parrocchiale dedicato a padre Pino Puglisi, un’iniziativa fortemente voluta dalla diocesi. 


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