Rap sotto accusa, un milione in più per straordinari Norata: «Io sfiduciato? Prima devo leggere le carte»

Meno ore di straordinario (spesso utilizzato per le attività ordinarie), un utilizzo più razionale del personale e l’uso di un sistema di valutazione della performance della governance e dei dirigenti. Sono solo alcuni dei punti contenuti nella relazione sulla Rap dai componenti della commissione nominati lo scorso anno da Leoluca Orlando dopo i gravi disservizi che si sono verificati lo scorso dicembre. I componenti della commissione (Antonio Le Donne, Licia Romano, Sergio Maneri, Roberto Pulizzi, Aldo Iacomelli) hanno condensato in appena 23 pagine tutte le inadempienze della partecipata del Comune suggerendo, in calce al documento, sette correttivi. Mancanze che ieri il sindaco ha ufficializzato nel corso di una conferenza stampa a Palazzo delle Aquile con un atto d’accusa durissimo all’indirizzo dell’azienda di piazzetta Cairoli. Soprattutto all’amministratore unico, Giuseppe Norata: seppure alla guida dell’azienda da appena otto mesi, su di lui ricadono le responsabilità di una mancata inversione di rotta, come ha sottolineato ieri il primo cittadino.

A partire dal ricorso smodato dello straordinario nel 2018 pari a circa 2,6 milioni di euro, un milione di euro in più rispetto al 2017, a fronte di circa 100 unità di personale in meno. In pratica, lo straordinario compenserebbe il mancato turn-over del personale. I tecnici, infatti, fanno notare come l’azienda sia «caratterizzata da un’organizzazione che, frequentemente, fa perno sulle prestazioni di lavoro straordinario per coprire le attività ordinarie». Un altro aspetto singolare, rivelano i componenti, è che nel caso specifico – il periodo delle festività natalizie – le prestazioni straordinarie non sono state rese. E ciò, è la conclusione, «avrebbe comportato le gravi criticità che poi si sono verificate». Questo perché la prestazione straordinaria «non avviene esattamente in corrispondenza delle emergenze identificate dall’azienda, bensì quando consentita dai lavoratori».

Altra nota dolente, riguarda i conti dell’azienda. La spesa del personale ammonta a circa 89 milioni e costituisce il 65 per cento del costo della produzione (137 milioni). Ma la società è legata al Comune da un contratto di servizio, peraltro in scadenza che, a fronte delle prestazioni richieste, prevede un corrispettivo di soli 114 milioni. Da un punto di vista economico-finanziario, quindi, si registra una perdita presunta di circa 12 milioni di euro. Un dato che i tecnici legano a un altro passaggio: la mancata adozione di un sistema di performance aziendale che preveda l’individuazione delle priorità e degli obiettivi da assegnare alla dirigenza e a cascata, a tutto il personale. Nonostante già nell’anno 2015 l’azienda, in virtù di una convenzione con l’Università di Palermo, avesse acquistato un modello di gestione della valutazione della performance informatizzato. Il servizio fornito, per un costo di 24mila euro, prevedeva più fasi: la formazione dei dirigenti e dei collaboratori diretti e lo sviluppo di un software di gestione. Questo sistema non è mai stato implementato e a dicembre 2018 si è chiuso il triennio della convenzione.

A conferma di tali carenze gestionali ed organizzative, l’assenza di un sistema di geo-referenziazione dei cassonetti per la raccolta indifferenziata, la mancanza di sistemi GPS e di una sala di controllo per il monitoraggio e la ottimizzazione della operatività dei mezzi e del servizio. Ciò premesso il numero dei cassonetti (pari a 7.300) sono assegnati al territorio in funzione di un Piano che, sebbene rivisto, risulta come, peraltro affermato dalla stessa dirigenza, obsoleto (adottato nel lontano 2001). Inoltre manca qualsivoglia tipologia di geo-referenziazione dei cassonetti e non è dato sapere se la pianificazione/posizionamento degli stessi e, quindi, «risulta del tutto evidente una carenza di tipo organizzativo-gestionale è necessariamente va recuperata». Infine, forti criticità presenta il servizio di spazzamento che nei fatti si ritiene non venga sufficientemente assicurato mentre si ricorda che «Palermo dispone di circa 1200 chilometri di strade».

Appare del tutto evidente, quindi, la richiesta di un cambio di passo da parte di Orlando a Norata che dalla sua, sconta comunque un quadro che ha ereditato. Basti ricordare che i dirigenti ex Amia sono stati assunti nella nuova dal professore. Dal canto suo, l’amministratore unico preferisce non replicare fino a quando non avrà avuto modo di leggere personalmente la relazione. «Fino a quel momento non sarò in grado di replicare né di prendere una posizione – ribadisce – Siccome devo dare risposte sensate, voglio incardinarle sulla relazione anche per capire se Orlando ha dichiarato bene e se mi devo sentire sfiduciato».


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