Asilo Puglisi, dopo le intimidazioni arriva la ministra Lezzi «Ora che Brancaccio è terra di Stato i residenti si fidano»

«Gli abitanti di Brancaccio non credono più alle promesse. Se si parla in astratto di qualcosa che si vuole realizzare tendono a rifiutare i progetti. Ma se poi concretamente gli fai vedere le cose che realizzi tendono a fidarsi. Lo abbiamo sperimentato in prima persona in questi anni col centro Padre Nostro». Appena poche settimane fa il terreno su cui sorgerà l’asilo nido di Brancaccio, voluto da don Pino Puglisi e ideato dal centro Padre Nostro, era stato preso di mira con una serie di atti vandalici (tra incendi e danneggiamenti), nella zona tra via Brancaccio e via Gangitano subito dopo il sottopasso che introduce al quartiere. 

Sembrava insomma che la nuova struttura fosse stata rifiutata dalla popolazione. Ora invece la notizia del finanziamento dell’asilo nido per tre milioni di euro da parte del fondo di Sviluppo e Coesione ridà nuovo slancio alle attività del centro. Che col presidente Maurizio Artale festeggia l’arrivo, previsto per il 27 aprile, della ministra per il Sud Barbara Lezzi e del sottosegretario all’Editoria Vito Crimi. Due degli esponenti pentastellati del governo più noti, insomma, che saranno accompagnati dal nutrito gruppo di parlamentari nazionali del M5s provenienti da Palermo: Roberta Alaimo, Steni Di Piazza, Valentina D’Orso, Aldo Penna, Giorgio Trizzino e Adriano Varrica.

«Avrebbe dovuto esserci pure il premier Giuseppe Conte (che aveva già visitato il quartiere a settembre 2018, ndr) – svela Artale – ma dalla segreteria ci hanno informato che è in Cina in questi giorni. Dopo le intimidazioni si è capito che Brancaccio è diventata terra di Stato, e quindi non abbiamo più ricevuto atti vandalici e minacce». Del progetto dell’asilo nido – che si chiamerà I piccoli di padre Pino Puglisi e prevede 60 posti –  si discute da tempo, e l’anno scorso era stata la giunta Orlando a dare il primo via libera. Adesso che il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe), nell’ultima riunione tenuta a Palazzo Chigi un paio di giorni fa, ha autorizzato lo stanziamento definitivo di risorse al Sud per 541 milioni di euro in totale, la palla torna al Comune di Palermo.

«Il cronoprogramma rimane quello, a meno di novità da parte dell’amministrazione comunale – dice Artale – Ora che il ministero infatti ha messo i fondi a disposizione della città, sarà ora la giunta che dovrà metterli a bando. Io credo che verosimilmente a gennaio 2020 si potrebbe avere il bando e a fine anno, se tutto va in porto, potremmo cominciare i lavori. Noi nel frattempo proprio oggi abbiamo cominciato invece a lavorare con le ruspe, a sistemare insomma le zone per mettere il palco e le sedie, utilizzando proprio questo periodo di vacanze per evitare che la zona diventi nuovamente discarica pubblica e quindi terra di nessuno». 

Il Comune, da parte sua, deve ancora dotare l’area di allaccio fognario, luce e acqua. Con la cessione dell’intera area in comodato d’uso gratuito per 99 anni al centro Padre Nostro. «Sono azioni che stiamo ancora attendendo – dice Artale – Anche se è vero che c’è stato il rimpasto di giunta e dunque i due nuovi assessori, D’Agostino e Prestigiacomo, devono prendere in mano tutti i progetti già avviati».


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