Nuovo look per il Genio di piazza Rivoluzione Il restauro della fontana grazie a uno sponsor

In tempi in cui i simboli assumono sempre più valore, prendersene cura è non solo necessario, ma obbligatorio per il bene della collettività. E’ questo spirito che ha contribuito a dare nuovo lustro alla Fontana del Genio di piazza Rivoluzione, che è tornata a splendere dopo un breve restauro finanziato da privati. Già, perché il monumento che è una delle dieci raffigurazioni presenti in città del genius loci, nume tutelare laico di Palermo («penso – afferma il sindaco Leoluca Orlando – che il Genio sia presente sottopelle in tutti i palermitani, al pari di Santa Rosalia»), aveva bisogno di cure, e l’intervento di Coop Alleanza 3.0 ha consentito che ciò avvenisse. La cooperativa, che riunisce 400 negozi di 12 regioni, da qualche anno porta avanti l’iniziativa Opera tua, una selezione online tramite il voto dei propri soci di otto opere d’arte da recuperare in sei diverse regioni, e nel 2017 la Fontana del Genio è stata uno dei due beni culturali prescelti per la Sicilia. «Lo facciamo – dice Giovanni Pagano, responsabile per il Sud di Coop Alleanza 3.0 – per aiutare i territori a riscoprire le esperienze, che possono essere volano per la crescita».

Un bene dalla storia particolare, visto che originariamente nella piazza – all’epoca denominata Fieravecchia – c’era una fontana con la statua della dea Cerere, che nel 1600 fu sfrattata per far posto alla vasca col Genio, proveniente dal Molo Nuovo. Ma pure lui fu temporaneamente rimosso in epoca borbonica, per esser poi riposizionato con l’ingresso dei garibaldini in città nel 1860, prima solo come statua su un basamento, e successivamente nella forma che conosciamo. «Il Genio è una immagine apotropaica, beneaugurante, propiziatoria.– spiega la docente Antonella Chiazza –  Nata nel tardo ‘400 con le dottrine ermetiche ed alchemiche, diventa emblema della città al pari dell’aquila. Un vecchio dal corpo giovane che nel ‘500 viene identificato con Saturno, il dio che divora il tempo, ma non le opere eroiche».

La chiave del percorso di recupero è stata la stipula – l’anno scorso – del contratto di sponsorizzazione tecnica dal valore di circa 11mila euro (finanziato dalla cooperativa) tra la Fondaco Italia (società che si occupa di progettazione e gestione di interventi di restauro) e il Comune. Si è passati quindi alla fase operativa, con il supporto dei restauratori della ditta Lares di Venezia (che in passato si sono occupati anche del restauro della Martorana). Infine nell’ultimo mese e mezzo si sono avvicendati i lavori presso il cantiere di restauro: si è proceduto a pulire la parte lapidea, eliminando la vegetazione invasiva e il calcare, a stuccare e consolidare le parti che richiedevano attenzione, mentre il Comune ha provveduto a revisionare l’impianto idraulico. 

«La fontana – osserva Mario Massimo Cherido, amministratore unico Lares – aveva estremamente bisogno di un restauro, a causa dell’aggressione da parte di agenti biodeteriogeni e della presenza di spessi strati di incrostazioni. Nonostante nel 2003 fosse stato fatto un intervento di manutenzione, si era formata ruggine nei perni presenti all’interno della statua. Inoltre abbiamo osservato fenomeni di scagliatura della pietra di Billiemi, soprattutto alla base. Per questo la prima fase è stata il consolidamento di tutte le parti fessurate o a rischio distacco. Poi, dopo la pulitura, abbiamo steso sulle parti lapidee un velo invisibile per la protezione dai danni dell’acqua».

Il risultato adesso è finalmente sotto gli occhi di tutti, sperando che un bene rimesso a nuovo venga maggiormente rispettato, visto il trattamento che la fontana ha ricevuto nel corso degli ultimi tempi dagli avventori diurni e soprattutto notturni (legati alla movida), con la vasca spesso usata come improprio cestino per bottiglie e rifiuti. Per non dimenticare l’assenza di manutenzione, che qualche anno fa è stata la causa della rottura per corrosione di una parte della ringhiera metallica che circonda il monumento. «I commercianti della piazza – sottolinea Enrico Bressan, presidente Fondaco Italia – erano quasi increduli quando abbiamo iniziato i rilievi. La nostra missione è portare il paese a credere nel suo passato. In fondo abbiamo l’oro, ma anche i muscoli e la forza».


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