Brancaccio, ancora raid contro l’area dell’asilo 3P «Tolleranza zero, è ora di militarizzare il quartiere»

«Oggi, in pieno giorno, i picciriddi hanno per la sesta volta rotto e trafugato la catena e il catenaccio che tenevano chiuso il cancello, che ieri sera avevo ricollocato alla presenza di una gazzella dei carabinieri. A nulla è valso l’inseguimento di uno dei militari nei confronti di una ragazza che, sempre ieri sera, faceva da palo ad un suo complice, che nel frattempo appiccava il fuoco ad una catasta di legna precedentemente preparata». È l’ennesima denuncia nel giro di pochi giorni del presidente del Centro Padre Nostro, Maurizio Artale. «Vana è stata la promessa di non farlo più da parte del ragazzo che ho bloccato mentre tentava di scappare e mentre il carabiniere inseguiva la ragazza», racconta ancora. 

A essere diventato bersaglio, in questi giorni, di alcuni bambini di Brancaccio, o chi per loro, è l’area dove verrà costruito un asilo nido. All’indomani della consegna ufficiale del progetto al sindaco Orlando, venerdì 8 marzo, qualcuno ha forzato il catenaccio, facendolo sparire insieme alla catena della recinzione. Facendo invece ritrovare una corda bianca arrotolata e una sedia rotta al posto della pedana di legno, nei giorni scorsi data anche alle fiamme.

                

«Sembra che questa battaglia lo Stato non voglia davvero combatterla a Brancaccio, a difesa del Centro e di quanti vi lavorano da 26 anni. Spero voglia vincere la guerra. Bisogna militarizzare Brancaccio – è la provocazione di Artale -, istallare telecamere e controllare ogni buco del quartiere, scovare chi continua a farsi beffa delle istituzioni, verificare tutte le attività pseudo-legali che vi sono presenti, elevare contravvenzioni a chiunque posteggi sui marciapiedi. È giunta l’ora della tolleranza zero, così come si fece diversi anni fa a Borgo Vecchio».


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