Reset, domani l’incontro ma il Comune frena Sindacati: «Senza soluzione al via protesta»

Una vicenda, quella della Reset, che sembra infinita. Con i dipendenti sul piede di guerra, pronti a scendere in piazza da lunedì, mentre il Comune sembra mettere già le mani avanti appellandosi ai rilievi del Mef. Tutto dipenderà dall’esito dell’incontro con il sindaco Leoluca Orlando previsto domani pomeriggio alle 15 a Villa Niscemi. Sul tavolo, le rivendicazioni degli oltre 1400 lavoratori che chiedono da tempo l’applicazione dell’accordo sottoscritto nel dicembre del 2014 con l’amministrazione, per un incremento graduale delle ore di lavoro fino ad arrivare al tempo pieno nel 2019. Lo scorso anno, tuttavia, l’azienda ha ritenuto impossibile l’applicazione dell’intesa a causa dell’approvazione nel dicembre scorso del bilancio preventivo, considerate le quote in capitolo di bilancio pluriennale ancora insufficienti per dare seguito alla trasformazione oraria. Il timore è che anche stavolta il tanto sospirato inquadramento non verrà concesso, con i dipendenti pronti a dare battaglia.

«Tutto nasce da un accordo non rispettato che risale a più di quattro anni fa – ha spiegato Charlie Biondolillo, Filcams Cgil Palermo – con un incremento del contratto di servizio di tre milioni l’anno, mentre nel 2017 era previsto l’aumento da 34 a 36 ore. Ovviamente era un patto vincolato a risorse di bilancio, poi non integrate, e che oggi sembra quasi un miraggio». Qualcosa nel frattempo, però, si è mosso: nelle scorse settimane il Comune ha annunciato il via agli scatti di anzianità per operai e impiegati ma, sottolinea Biondolillo, «non si tratta di una concessione in quanto previsti dal contratto nazionale del lavoro. Il nostro contratto di riferimento prevede 40 ore settimanali: non chiediamo la luna ma di tornare alla normalità».

Un altro grande punto interrogativo riguarda la mobilità interaziendale: con un’altro passaggio, si era stabilito di alleggerire i costi dell’azienda con graduali trasferimenti del personale ad altre aziende del Comune. Proprio oggi, è arrivata la notizia dell’amministrazione di demandare alla Reset la manutenzione ordinaria del patrimonio scultoreo cittadino. Ma l’ipotesi di un trasferimento rimane un percorso reso complicato dalle condizioni finanziarie delle altre partecipate, come ha ricordato il primo cittadino richiamando nei giorni scorsi al senso di responsabilità le parti in causa in seguito alla verifica amministrativo-contabile da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, «sull’impatto negativo» che può avere sui diritti acquisiti del personale e «sul processo di stabilizzazione dei lavoratori precari». 

«Abbiamo individuato delle somme – ha detto oggi Orlando commentando la delibera con la quale si destinano sei milioni di euro per l’incremento del Fondo delle Risorse Decentrate per gli anni 2019-2021 – che permettono quest’anno e permetteranno nei prossimi anni di far fronte alle conseguenze negative dei rilievi mossi dal Mef sul fronte dei servizi essenziali ai cittadini e della corresponsione ai dipendenti delle giuste spettanze. Resta tutta aperta la vicenda, ancor più grave e delicata, di quelli che secondo il Mef sarebbero di fatto esuberi di personale. Una vicenda sulla quale l’amministrazione non potrà arretrare di un centimetro – ha raggiunto – sia per la tenuta dei servizi sia per il rispetto dei diritti acquisiti dei lavoratori». Parole che, seppur rassicuranti, sembrano escludere l’ipotesi di una sovraesposizione della spesa, congelando così qualunque speranza di aumento contrattuale.

«Qualora nell’incontro di domani non si dovesse trovare una soluzione in tempi brevi – ha sottolineato Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia – siamo pronti a tornare in piazza. Il Comune deve dare risposte precise alle richieste dei lavoratori, innanzitutto sul ripristino delle ore prima del passaggio in Reset, e poi sull’accordo aziendale che ha definito in maniera chiara mansioni e livelli. C’è la necessità di andare a regime con l’applicazione del contratto nazionale, e il rispetto dei patti sui buoni pasto e sulla welfare card. Dalle percezioni che abbiamo non siamo molto ottimisti riguardo l’esito dell’incontro – ha concluso – , e se la nostra percezione dovesse essere confermata, domani proclameremo lo sciopero seduta stante per il prossimo 4 febbraio».


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