Reset, concessi gli scatti di anzianità ma non basta Sindacati: «Lavoratori stanchi di essere presi in giro»

Sulla vertenza Reset Comune e sindacati sono ai ferri corti. Non ha impressionato più di tanto i rappresentanti di categoria l’annuncio arrivato ieri sul riconoscimento degli scatti di anzianità ai 1400 lavoratori dell’azienda consortile che si occupa tra le attività di manutenzioni, verde, cimiteri e canile. «La notizia ci lascia sinceramente sbigottiti e senza parole. Far passare per un grande risultato ciò che in realtà è il riconoscimento di un sacrosanto diritto contrattuale dei lavoratori significa volere sottovalutare e offendere l’intelligenza di tutte le lavoratrici e lavoratori Reset, che dovrebbero pure ringraziare per ricevere ciò che è un semplice e scontato diritto. Come direbbe Totò, ma mi faccia il piacere!». Così i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, guidati da Monja Caiolo, Mimma Calabrò e Marianna Flauto, commentano le dichiarazioni rilasciate ieri dall’amministratore unico Antonio Perniciaro.

Al termine di un incontro tra lo stesso Perniciaro con il sindaco Orlando ieri è stato concordato che la Reset riconoscerà con decorrenza già dal mese di gennaio 2019, gli scatti di anzianità sia per gli operai che per gli impiegati come previsto dal CCNL di riferimento. «Questo avviene – ha affermato Perniciaro – in virtù delle analisi delle previsioni di Piano Triennale 2019/2021 della Reset e grazie ad un’attività congiunta con l’Amministrazione Comunale finalizzata a predisporre le necessarie azioni per garantire la stabilità e l’equilibrio economico finanziario della società». 

A preoccupare i sindacati però sono altre problematiche che da lungo tempo li vedono impegnati in un tira e molla con il Comune. «Riteniamo sia giusto e opportuno a questo punto – proseguono i sindacati- invocare l’intervento dell’amministrazione comunale affinché i lavoratori Reset non possano e non debbano più elemosinare il ripristino del tempo pieno e del giusto inquadramento, niente di più rispetto a ciò che prevedono accordi già sottoscritti e le previsioni del contratto nazionale, che vengono puntualmente marchiate da qualcuno come un qualcosa di impossibile da conquistare». 

Ultimo capitolo della vicenda, che ha fatto saltare sulla sedia i rappresentanti dei lavoratori, il rinvio al primo febbraio del tavolo sindacale. Per il momento restano sospesi i sit-in previsti per il 23 e 25 gennaio davanti a Palazzo delle Aquile, ma la protesta non si ferma: «I lavoratori sono stanchi di essere presi in giro – aggiungono i sindacati – e dal riscontro che quotidianamente registriamo da parte loro siamo convinti che se al prossimo incontro con il sindaco, fissato per giorno 1 febbraio, non avranno la certezza del riconoscimento dell’agognato full time e della pedissequa applicazione delle previsioni contrattuali assieme al sistema di welfare promesso e mai mantenuto, scenderanno tutti in piazza convinti che l’azione di sciopero sia ormai inevitabile».


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Cgil, Cisl e Uil si dicono «sbigottiti e senza parole» dopo la notizia diffusa ieri. «Far passare per un grande risultato ciò che in realtà è il riconoscimento di un sacrosanto diritto contrattuale dei lavoratori significa volere sottovalutare e offendere la loro intelligenza» 

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