Emergenza freddo, giubbotti riscaldabili per i senzatetto L’iniziativa lanciata da un giornalista: «Già presi 20 kit»

Una giacca che si riscalda grazie a un powerbank. L’idea è semplice quanto efficace e sfrutta la tecnologia per aiutare chi in queste notti di freddo, con pioggia e neve, ha scelto di passarle per strada. È il caso di tantissimi senza fissa dimora, di ogni nazionalità che, nonostante la disponibilità dei dormitori comunali, preferiscono dormire sotto le stelle in condizioni spesso rischiose per la salute.

La raccolta fondi è stata lanciata il 10 gennaio su Facebook e in appena una settimana ha ricevuto il sostegno di più di 55 persone che tramite Internet o in contante hanno contribuito economicamente. Con i primi soldi raccolti sono stati già acquistati 20 kit che nei prossimi giorni saranno consegnati grazie al fondamentale aiuto di volontari e associazioni. L’idea è stata lanciata con un video dimostrativo pubblicato sui social dal giornalista palermitano, William Anselmo, a cui si deve l’idea: «Un primo importante traguardo è già stato raggiunto grazie al contributo di generosi benefattori che voglio ringraziare per il loro gesto. Tra questi cittadini dal cuore grande figurano anche alcuni noti artisti e addirittura parlamentari della Repubblica che hanno sposato l’idea».

   

«Questi gilet tecnologici riscaldabili – prosegue -, utilizzati dai motociclisti che viaggiano e in montagna nel Nord Europa, potranno garantire più di 10 ore ininterrotte di calore. Mi ha ispirato Giuseppe, un uomo di 56 anni che da qualche mese per via di problemi familiari dorme per strada nel mio quartiere. La notte tremava, così ho comprato il primo gilet riscattabile e gli ho proposto di indossarlo per combattere il freddo». Il funzionamento è molto semplice: grazie a un powerbank collegato ad un sistema di piastre flessibli collegate ad un circuito e cucite su un gilet impermeabile, l’indumento prende calore arrivando a toccare anche i 50 gradi.

Come ricaricare i powerbank? L’ideale sarebbe associare ogni giacca riscaldabile a un piccolo esercizio commerciale che ogni mattina dovrà semplicemente mettere a caricare il powerbank per poi restituirlo carico la sera. Ma c’è anche un progetto sperimentale che prevede un powerbank a pannelli solari da testare con quei senza fissa dimora che passano le loro giornate a camminare. «Per questo – conclude William Anselmo lanciando un appello – chiedo a chi avesse voglia di dare una mano di farsi avanti per adottare un senzatetto del proprio quartiere da cui ritirare il powerbank la mattina per poi riconsegnarlo la sera carico come faccio io con Giuseppe». La raccolta fondi e i vari aggiornamenti con foto e video possono essere visionati all’indirizzo: https://www.facebook.com/donate/2130796800274371/10218452551535834/


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