Aumentano precipitazioni ma invasi non si riempiono «Nessuna emergenza, piogge a macchia di leopardo»

Il nuovo anno si è aperto all’insegna del maltempo con rovesci quasi giornalieri, ma gli invasi si sono riempiti solo per metà. Un fenomeno in parte dovuto alla scarsa quantità d’acqua caduta nella prima metà del mese, circa 70 millimetri, a fronte di un numero di giorni piovosi ben superiore alla media. La buona notizia è che se questo trend sarà confermato anche nei prossimi mesi l’emergenza idrica temuta lo scorso anno nel 2019 non si verificherà. I fenomeni più intensi si sono registrati nella zona montana a Monreale, Giacalone e Piana degli Albanesi, ma mai con quantitativi eccezionali. E solo due dei quattro invasi che riforniscono Palermo e provincia, infatti, hanno raggiunto il livello massimo ma, per motivi di sicurezza, in parte sono stati svuotati. Si tratta dello Scanzano e del Rosamarina attualmente rispettivamente al 42,78 e 70,06 per cento. A impensierire, semmai, sono i bacini di Piana degli Albanesi e il Poma (al 41,63 e 58,98 per cento), che «non hanno raggiunto buoni livelli», conferma la presidente dell’Amap Maria Prestigiacomo: «Per carità quest’anno non ci saranno problemi, ma questi due invasi non si stanno riempendo bene e non riusciamo a comprendere il motivo». 

Forse, prova a ipotizzare, perché l’acqua è «caduta a macchia di leopardo». Oppure perché la diga Rosamarina si è riempita maggiormente a causa del nubifragio che nei primi di tre giorni di novembre si è abbattuto in quella zona con esiti catastrofici a Casteldaccia e nel Corleonese, facendo registrare dieci vittime. «Si è trattato di un fatto anomalo – ricorda la numero uno del gestore idrico della città – In due soli giorni in quella zona sono caduti oltre 40 milioni di metri cubi d’acqua». Poi, tornando su livello degli invasi aggiunge: «Ci auguriamo che si riempiano anche gli altri bacini. Ad ogni modo per quest’anno possiamo escludere qualunque emergenza: i problemi, semmai, potrebbero riguardare il 2020 e, comunque, la stagione invernale è ancora lunga». Tesi suffragata anche dal dirigente dell’unità operativa climatologia dell’Osservatorio Acque della Regione siciliana Luigi Pasotti.

«Rispetto all’anno scorso è paradiso – conferma il dirigente – ormai l’emergenza idrica è solo un lontano ricordo e da diversi anni nel Palermitano non si raggiungeva questa disponibilità di volumi al primo di dicembre. A parte alcuni invasi della Sicilia orientale che ancora sono molto al di sotto, come Pozzillo e Ogliastro – segnala ancora – per il resto ci siamo avvicinati alle massime capacità di invaso con le quote attualmente autorizzate». Proprio il Poma – che attualmente fa registrare oltre 42 milioni di metri cubi, a fronte di un cubatura totale di 72 milioni circa – ha avuto un incremento di «volume incredibile». «Si tratta di un invaso a regolazione pluriennale – prosegue Pasotti – progettato per riempirsi non nell’arco di una stagione, e comunque occorre tenere conto che siamo partiti da una situazione disastrosa registrata la scorsa estate». 

Poiché la stagione delle piogge è ancora lunga, entro marzo è possibile ipotizzare ulteriori incrementi se le piogge saranno nelle media. «È pur vero che dopo un grande incremento registrato in autunno, in termini assoluti finora, a dicembre e anche gennaio, siamo un po’ sotto le medie. Non sono fenomeni che determinano incrementi significativi nei vari invasi». Ma cosa possiamo aspettarci, quindi, nei prossimi mesi? «Se non dovesse piovere comunque ci troviamo con una dotazione molto più abbondante di quella che avevamo un anno fa». Per l’acqua potabile non dovrebbe verificarsi alcuna emergenza, semmai potrebbe esserci qualche ripercussione per gli agricoltori. «Partiremo con una dotazione quasi ottimale e se dovesse piovere nella media siamo messi decisamente bene – conclude – e con precipitazioni oltre la media in molti invasi arriveremo alle quote massime».


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