Confisca Villaggio Himera, M5s contro sindaco di Termini Giunta: «Distorta e strumentalizzata la mia provocazione»

«Che sulla gestione dei beni confiscati alla mafia serva una riflessione è indubbio. Ma dichiarare il fallimento dello Stato nella gestione dei patrimoni sottratti alle mafie è gravissimo». Sono durissime le considerazioni del deputato regionale del M5s Luigi Sunseri e della senatrice pentastellata Antonella Campagna, componente della Commissione nazionale antimafia, che all’unisono si scagliano contro alcune considerazioni rilasciate a questa testata dal sindaco di Termini Imerese Francesco Giunta sul destino dell’ex Villaggio Himera, in contrada Buonfornello. Un complesso enorme, un tempo fiore all’occhiello del territorio, passato dalle mani dei proprietari che lo hanno fondato – i genitori dell’imprenditore di origini tedesche Walter Ansorge – a quelle della criminalità organizzata, alla quale poi è stato definitivamente confiscato per tornare all’amministrazione. Che, dal canto suo, negli anni si è dovuta scontrare, suo malgrado, con l’impossibilità di rimettere in sesto e di riqualificare un bene di queste proporzioni. Il semplice intervento di ripristino, al netto di anni di abbandono e danni dovuti a errori strutturali, mareggiate e continui furti, costerebbe infatti al Comune termitano circa tre milioni di euro. Senza contare, poi, le spese per tenere in vita una struttura del genere. 

Considerazioni amare, che avevano portato il primo cittadino a ragionare su una riflessione volutamente provocatoria sul paradosso che aleggia sulla storia dell’immobile: «L’aspetto drammatico è che quando il villaggio lo gestiva la mafia funzionava, quando è passato nelle mani dello Stato no, è una sconfitta enorme». Puntando di fatto il dito contro un sistema che, pur funzionando bene in molti altri casi, non sempre riesce ad andare al di là di ostacoli economici di certe proporzioni, come per il Vilalggio Himera e le spese che la sua rinascita e gestione comporterebbero. Una provocazione che non è passata inosservata e che ha offerto il fianco alle reazioni forti degli avversari politici. «Sono inaccettabili le considerazioni del sindaco di Termini Imerese sull’ex Villaggio Himera. È inammissibile e intollerabile che un rappresentante delle istituzioni affermi pubblicamente quelle frasi», insistono infatti Sunseri e Campagna. «Al netto del rammarico espresso dal sindaco – proseguono i due parlamentari – riteniamo che certe considerazioni mortifichino l’esempio di quanti hanno dedicato la propria vita alla lotta alla mafia, portando avanti battaglie culturali e sociali, finalizzate a sradicare esattamente considerazioni, diffuse in Sicilia, come quelle espresse dal sindaco».

«Ci sono cose che non andrebbero mai dette, soprattutto se a dirle è la politica», aggiunge infine a mezzo social il deputato Sunseri. Una stoccata che, a sua volta, non ha certo lasciato indifferente il primo cittadino, che ha replicato prontamente manifestando la propria amarezza. «Spiace constatare che alcuni personaggi “graziati dalla politica bendata” facciano ricorso a mezzi puerili quali la distorsione delle parole e la strumentalizzazione di una frase volutamente provocatoria – osserva -. Sono certo che i cittadini onesti così come avevano compreso cosa diceva il sindaco, nell’intento di manifestare rabbia per una situazione ingestibile e cercare di sensibilizzare la classe politica nazionale, affinché siano individuate soluzioni, tireranno le orecchie a questi maestri dell’improvvisazione».


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