Centro differenziata, i timori dei residenti per la salute Rap assicura: «Nessun rischio, area videosovergliata»

«Come residenti siamo preoccupati perché non si tratta di un parco urbano o di un roseto, ma di un centro raccolta per svariati rifiuti, tra cui anche copertoni. La domanda che ci siamo posti è se questo spazio più arrecare danno alla salute dei cittadini. Forse si poteva realizzare lontano dal centro abitato». Neanche il tempo di realizzarlo e già fioccano le prime polemiche. Sì perché il centro comunale di raccolta rifiuti di viale dei Picciotti, è stato inaugurato dal Comune e dalla Rap da poco più di una decina di giorni, il 28 dicembre scorso. Nelle intenzioni dell’amministrazione, rappresenta il concreto avvio del ccr e, oltre a servizio dei cittadini per il conferimento di rifiuti differenziati, servirà per favorire la realizzazione del sistema porta a porta nello step 5 del programma Palermo Differenzia 2. 

Un tassello indispensabile per la raccolta differenziata, mai veramente decollata nel capoluogo, per garantire un incremento dell’attuale percentuale ferma al 15-16 per cento. E per contrastare i fenomeni di abbandono incontrollato di spazzatura, un rischio sempre attuale dopo l’emergenza registrata nei giorni scorsi in città. Sarà il primo degli otto Ccr che sorgeranno per circoscrizione su aree comunali dove tutti i giorni, tranne la domenica, e dove si potranno conferire rifiuti di natura domestica come carta, vetro plastica e l’umido, ma anche oggetti ingombranti come elettrodomestici e pneumatici e, in futuro, anche oli esausti. Meno entusiasti, però, appaiono i residenti del condominio di via Antonino Saetta. Alcuni di loro, infatti, non fanno mistero delle preoccupazioni per l’eccessiva vicinanza alle abitazioni del punto di conferimento che, in linea d’aria, dista una manciata di metri. Come ammette Rosario Catalano, tra i primi a porsi questo interrogativo: ci sono rischi per la salute? Un dubbio legittimo che, forse, la stessa ordinanza del Comune – la 304 del 2018 che istituisce l’apertura del centro prevedendo tutte le condizioni «atte a garantire un elevato livello di tutela dell’ambiente e della salute pubblica – non riesce a cancellare del tutto. 

«Noi non siamo contrari in linea di principio al centro, anche perché nessuno ama vedere le strade colme di spazzatura – spiega Catalano – se funzionerà per contrastare l’emergenza ben venga. Ma il nostro timore rimane perché, a mio avviso, si poteva realizzare lontano dal centro abitato». Le preoccupazioni riguardano soprattutto la presenza di rifiuti ‘potenzialmente pericolosi’, che in caso di incendio potrebbero rilasciare gas nocivi per la salute. Per il resto si tratta di un centro dove i rifiuti non vengono trattati, ma solo raccolti. Per la frazione organica, inoltre, è previsto un massimo di 36 ore di stoccaggio, prima dell’avvio agli impianti di recupero, conferita in campane con una capienza complessiva non superiore a 7 metri cubi.

In un primo momento i residenti avevano pensato a una raccolta firme, poi stoppata in attesa di attendere il parere di un esperto. «Vogliamo capire se ci sono i presupposti per un’azione – prosegue Catalano – Tutto nasce da una sentenza del Tar Campania, la N. 2290 del 20 novembre 2013, con la quale i giudici amministrativi hanno annullato la delibera di un Comune per la realizzazione di un’isola ecologica, accogliendo la richiesta di alcuni cittadini che si erano opposti alla realizzazione nel centro abitato». Nella sentenza, si poneva in risalto come la presenza di rifiuti di svariata natura – tra cui anche elettrodomestici, computer e televisori – potesse rappresentare un rischio per la salute dei residenti. Ovviamente non è detto che i due casi siano sovrapponibili, ma dà corpo all’incubo più temuto, l’ipotesi «di un incendio, anche per l’assenza di adeguati controlli».

Timori smentiti proprio da uno dei fautori dello spazio sorto in viale dei Picciotti, l’amministratore unico della Rap: «I residenti non devono aver paura di nulla, non corrono alcun rischio anche perché nel centro non si effettua alcun trattamento», assicura Giuseppe Norata a MeridioNews. Rispetto all’ipotesi di un rogo, paventato dai residenti, aggiunge: «Il sito è strettamente sorvegliato dal nostro personale e, fuori dalle ore di servizio, a vigilare la presenza di eventuali intrusi c’è il sistema di videosorveglianza». Anche sull’eccessiva vicinanza del lugo alle abitazioni taglia corto e puntualizza: «Questi punti di raccolta comunale per definizione sono previsti nel centro abitato – sottolinea – Addirittura, per incrementare la differenziata, abbiamo firmato una convenzione con le parrocchie. E  nel mio precedente ruolo di presidente dell’Ato PA5 a Termini Imerese ne ho attivati almeno 5 e non mai ho avuto problemi. Si corrono più rischi quando si accumulano le cataste di rifiuti è qualche incosciente dà fuoco a un cassonetto – conclude – per questo invito i cittadini a rimanere sereni».


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