Sunia, il disagio abitativo si lega ai temi del lavoro «Serve task force, mettere a disposizione caserme»

Numeri preoccupanti e risposte «insufficienti e inadeguate» da parte della Pubblica Amministrazione. Così il il segretario del Sunia Palermo Zaher Darwish sintentizza l’emergenza abitativa a Palermo, nel corso dell’assemblea cittadina di oggi pomeriggio a Palazzo delle Aquile. Per Darwish il tema del disagio abitativo sempre più assume caratteri emergenziali, e si somma alla questione del lavoro. E i numeri che snocciola il segretario delle persone che vivono questo tipi di disagio sono in crescita: «Da 800 persone che erano iscritte nella graduatoria dell’emergenza abitativa prima della crisi, si è arrivati a 2000 e siamo passati dai 100 senza tetto a ben 400». 

Qualche giorno fa poi, ricorda ancora «abbiamo visto nella nostra città l’ottava vittima tra i clochard», riferendosi ad Aldo, il 56enne di origini francesi ucciso sotto i portici di piazzale Ungheria. Darwish e altri membri del Sunia si sono aggiunti alla ronda di uno dei gruppi di volontari che la notte portano viveri e abbigliamento ai senza tetto, per verificare la situazione. «La cosa che stiamo notando – afferma –  è che le risposte che arrivano dalla pubblica amministrazione sono insufficienti e inadeguate, sia per i senza fissa dimora che per le famiglie che vivono una situazione di disagio abitativo. Una parte dei senza tetto, abbiamo visto, ha accettato di andare nei dormitori ma una buona parte non ha accettato di farlo. Queste persone possono essere ospitate per la notte ma la mattina sono costrette ad andarsene e restare all’aperto. Ciascuno di loro ha la preoccupazione di poter perdere quello che ha ottenuto». 

Per questo motivo, secondo il Sunia, bisognerebbe ripensare meglio le soluzioni che devono essere offerte non solo da parte delle P.A., ma da parte di tutti i soggetti coinvolti. i temi della casa devono coniugarsi con i temi del lavoro. Per Darwish i «Fondi comunali, regionali, ed europei devono essere messi tutti insieme così come tutti i proventi dalla vendita e dell’affitto di immobili comunali e devono concorrere a dare una risposta al tema del disagio abitativo». Inoltre arriva forte dal Sunia la richiesta di intervento dell’amministrazione comunale affinché metta a disposizione dei luoghi pubblici inutilizzati «come l’edificio degli ex Monopoli di Stato o l’ospedale militare, con gli adeguamenti opportuni», ribadisce il segretario. «Stiamo cercando di istituire un tavolo di confronto e di dialogo per dare risposte concrete», conclude.

Un dialogo con il Comune sostenuto e rilanciato anche da Nino Rocca, presidente comitato direttivo Sunia: «Ci vogliono segnali urgenti, Orlando deve scendere in campo. Il segnale che chiediamo al sindaco e all’assessore è di chiedere l’utilizzo di una caserma, perché questi edifici sono in ottime condizioni. Hanno grandi spazi e possono essere utilizzati anche per ospitare alcune famiglie negli appartamenti degli ufficiali». Inoltre Rocca auspica che si costituisca una task force con la camera del lavoro e parte della società civile per attivare delle possibilità di impiego in settori come quello dell’energia o dei rifiuti. Inoltre si strapperebbero le famiglie, sostiene ancora, dal giogo di chi riesce a procuragli dove vivere, facendo antimafia sociale.  «A Palermo viviamo una condizione di crisi del lavoro che non si è mai risolta – spiega Enzo Campo, segretario generale Cgil Palermo -. Sono stati presi degli impegni che non si sono trasformati in atti concreti. E in questo senso la morte di Aldo è l’ultimo tassello di un malessere sociale della nostra città. Una città che può permettersi di usufruire delle iniziative culturali, ma è un mondo che sempre più si restringe. In questo contesto rischiamo di non essere credibili. Basta il primo che parla alla pancia, che punta sulle paure delle persone, per schizzare nel consenso».

Nel corso dell’assemblea è stata annunciata l’istituzione di un premio alla memoria Aid Abdellah (Aldo ndr), una borsa di studio rivolta a giovani artisti. La giuria che lo assegnerà sarà composta da personaggi del mondo della cultura e dell’arte, padrini di questo premio. Un riconoscimento che servirà «non solo per tenere viva la sua memoria – conclude Darwish – ma è un impegno che ci assumiamo nei confronti della città costante nel tempo, per trovare soluzioni a esigenze pressanti».


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