Emergenza freddo, scatta il piano per i senzatetto Mattina: «Il 13 gennaio pronti tre nuovi dormitori»

Forti venti di burrasca e persino possibili nevicate a bassa quota. Si preannuncia gelido questo weekend per i senzatetto, il primo banco di prova con cui dovrà confrontarsi la macchina organizzativa del Comune per fronteggiare, assieme alle associazioni e ai volontari, l’emergenza freddo del nuovo anno. Con temperature in picchiata, l’obiettivo è scongiurare il pericolo di altre vittime tra i clochard, tre solo quest’anno e otto nell’ultimo triennio. L’amministrazione ha già predisposto un piano operativo e potenziato i posti letti predisponendo a breve anche l’inaugurazione di tre nuovi poli diurni e notturni – prevista per il 13 gennaio, salvo nuovi rinvii – e, per la prossima settimana, la messa a bando di due nuovi dormitori. Per contrastare l’ondata di gelo di queste ore, inoltre, il Comune sta rafforzando i servizi già attivi di ospitalità notturne per tutti coloro che decideranno di chiedere accoglienza e il trasporto dalla strada ai posti al chiuso, in collaborazione con gli enti del terzo settore che gestiscono i servizi di emergenza sociale per conto dell’amministrazione e gli enti di volontariato che si occupano dei senza dimora.

«Per quanto riguarda i tre centri diurni e notturni la gara è già chiusa e la prossima domenica è prevista l’inaugurazione», assicura a MeridioNews l’assessore alla Cittadinanza solidale Giuseppe Mattina con riferimento alle tre strutture di piazza Santa Chiara, vicolo San Carlo e vicolo Infermeria che serviranno dunque, oltre che da dormitorio, anche da centro diurno per la socializzazione e unità di strada che agiranno sul territorio. Per l’accoglienza diurna sono previsti 36 posti e per quella notturna 24 per ogni polo, di cui quattro per l’emergenza, per un totale di 72 posti grazie a un investimento di 1,8 milioni per tre anni. Ma non è tutto: «C’è un altro avviso – avverte l’assessore – che riguarda il dormitorio di via Messina Marine, in quanto è arrivato il momento di bandire nuovamente la gara per la sua gestione». Mentre la prossima settimana verrà pubblicato dalla Città metropolitana il nuovo bando per altri due dormitori da 24 posti perché il primo avviso è andato deserto. «Il mio appello a tutti i cittadini – aggiunge Mattina – è che se incontrano una persona senza dimora in difficoltà chiamare subito o il 118 o la polizia municipale».

Difficile fugare i timori, tuttavia, davanti a un inverno che si preannuncia assai rigido a confronto con le cifre fornite dal Sunia che restituiscono la dimensione esatta del fenomeno. Dai cento del 2012, oggi sono oltre 500 le persone che non hanno una casa e vivono per strada o in centri di accoglienza, e che si aggiungono ai circa duemila senzacasa censiti dalla lista di emergenza, e ancora alle altre 700 famiglie che hanno occupato un immobile abbandonato o di proprietà comunale. In attesa delle tre ulteriori strutture, il Comune al momento può offrire altri 50 posti divisi tra Piazzetta della Pace e via Messina Marine. Ma saranno sufficienti? «Per il piano operativo tutte i volontari si sono mobilitati – spiega Giuseppe Li Vigni che fa parte degli Angeli della notte – In caso di necessità, per quanto riguarda l’accompagnamento ai dormitori è previsto anche l’intervento della Croce Rossa. Tutte le associazioni – aggiunge -, potenzieranno i sevizi di distribuzione di coperte e pasti caldi assistenza notturna e la verifica dello stato di salute di chi non può accedere ai dormitori».

«C’è da rivolgere un encomio a tutte le associazioni che si prodigano in queste ore offrendo una coperta e un pasto caldo, ma la risposta non può essere solo questa», sbotta Nico La Rocca, presidente del comitato direttivo del Sunia, che rivela come per gli ospiti nei dormitori la situazione «sia drammatica», in quanto non possono rimanere per più di 15 giorni di fila. Dopo, infatti, devono andare via in cerca di un altro riparo o vivere per strada in attesa di essere richiamati. Molte delle strutture aperte, poi, sono solo dei dormitori come quella di via Messina Marina, gestita dall’istituto Don Calabria e dalla Comunità Sant’Egidio, che garantisce ospitalità, però, soltanto la notte. «Alle 8 del mattino questa gente deve andare via – aggiunge ancora La Rocca – Senza dimenticare che molte di queste persone hanno il cane e lì non possono portarlo». Il Sunia chiama in causa, quindi, il Comune che deve trovare degli alloggi provvisori utilizzando, ad esempio, qualche caserma in disuso come ricovero o di ricorrere ad ulteriori risorse, come «il milione di euro che proviene dagli affitti dell’Immobiliare Strasburgo per affittare temporaneamente 200 monolocali per dare alloggio a queste persone. Quante persone ancora devono morire – conclude con amarezza La Rocca – prima che si provveda con una risposta strutturale?»


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