Il decreto sicurezza è «disumano», Orlando lo sospende «Io e Salvini giochiamo a sport diversi, lui alimenta odio»

«Il governo nazionale oggi finalmente getta la maschera con il decreto 132 del 2018 che costituisce un esempio di provvedimento disumano e criminogeno. Così, ho dato disposizione formale agli uffici comunali di sospenderne l’applicazione perché non posso essere complice di una violazione palese dei diritti umani». Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ribatte duramente al ministro dell’Interno Matteo Salvini che stamane, su Facebook, l’ha attaccato accusandolo di «fare disobbedienza» per la decisione di sospendere le norme che vietano la residenza ai richiedenti asilo contenute nel decreto Sicurezza. Una posizione, quella di Orlando nei confronti della norma, oggi convertito in legge, già manifestata nei giorni scorsi e ufficializzata oggi nel corso di una conferenza stampa a Palazzo delle Aquile. Un modo per replicare al vice premier che stamane, via social, ha lanciato questa accusa al primo cittadino: «Con tutti i problemi che ci sono a Palermo, il sindaco sinistro pensa a fare ‘disobbedienza’ sugli immigrati …»

Il riferimento è all’ordine di sospensione inviato nei giorni scorsi da Orlando al capo area dei servizi al cittadino, per «approfondire tutti i profili giuridici anagrafici derivanti dall’applicazione della citata legge 132/2018 e, nelle more di tale approfondimento, la disposizione di sospendere, per gli stranieri eventualmente coinvolti dalla controversa applicazione della legge 132/2018, qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona in particolare, ma non esclusivo, riferimento alle procedure di iscrizione della residenza anagrafica». La lettera risale al 21 dicembre scorso ma è stata resa nota solo nelle ultime ore, come conferma lo stesso Orlando: «Ho disposto di sospendere il decreto in attesa di approfondimenti e per ogni altro caso nel quale ci possa essere una lesione dei diritti umani, non soltanto con riferimento al rifiuto di iscrizione anagrafica alla residenza del Comune da parte del personale».

Per il Professore, che ribadisce più volte di «aver adempiuto ai proprio doveri istituzionali» e che nel suo caso non si tratterebbe di un esempio di «disobbedienza civile» come per il sindaco di Riace Domenico Lucano, sono «tanti gli aspetti inaccettabili del provvedimento». Come nel caso di coloro che possiedono il permesso di soggiorno ma che perdono un lavoro e si trovano privi della residenza anagrafica, essenziale ora per rimanere nel Paese. Oppure per i minori stranieri non accompagnati, quando compiono il 18esimo anno di età, perché essendo venuto meno la protezione umanitaria, non possono più rimanere sul suolo italiano. «In forza di queste considerazioni, e facendo riferimento a precise sentenze della Corte Costituzionale, siamo in presenza di una violazione palese dei diritti umani». 

Orlando, infine, conclude con un duro atto di accusa nei confronti del governo: «Salvini gioca una partita con regole diverse dalle mie: lui a cricket e io a volley. Loro continuino a giocare ma purtroppo per i palermitani e gli italiani, tutti subiranno le conseguenze in termini di alimentazione dell’odio razziale». E alla presa d’atto del sindaco, arriva a sua volta la controreplica da parte di Igor Gelarda, capogruppo della Lega Palermo e responsabile siciliano degli enti locali del Carroccio. «Ci sembra assurdo che un sindaco di una città, grande per quanto sia, si sia messo in testa di fare giurisprudenza – dice Gelarda – Ormai siamo al delirio di onnipotenza da parte del sindaco Orlando che ha deciso di manifestare questa sua forma di disobbedienza civile solo per ottenere un po’ di clamore mediatico. C’è una norma, c’è una legge e va applicata. Tra l’altro, nonostante siano passati oltre dieci giorni, fino a stamattina nella segreteria del dirigente che dovrà dare indicazione per l’applicazione di questo ordine del sindaco, questa nota non era giunta. Non vorremmo trovarci nei panni del dipendente allo sportello dell’anagrafe che sarà chiamato a contravvenire alla legge dello stato. Ha perfettamente ragione il ministro Salvini quando dice che Orlando avrebbe ben altre cose di cui preoccuparsi piuttosto che questo. La città è invasa dalla spazzatura e siamo in piena emergenza sanitaria – continua Gelarda. E dal primo gennaio non sarà più possibile pagare i salari accessori ai dipendenti comunali. Ancora una volta Orlando si dimostra essere il sindaco per gli altri, e non dei palermitani».


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