Giovanni Melignano, 71 anni e abbonato in Curva Sud Inferiore, il 22 dicembre per il terzo anno di fila ha voluto incontrare i piccoli degenti di due ospedali cittadini. Un modo per ricordare e avere sempre accanto il nipote Giovanni Battista scomparso a soli 23 mesi
C’è un Babbo Natale con la fede rosanero Giovanni, in corsia in memoria del nipotino
Il contrario di togliere è dare. Il contrasto tra questi due verbi trova una sublimazione nella toccante storia che ha coinvolto la sfera privata di Giovanni Melignano, tifoso rosanero doc al quale un destino crudele ha tolto il bene forse più prezioso, la vita del nipotino Giovanni Battista Cartaino (figlio della figlia) tragicamente scomparso a soli 23 mesi il 30 dicembre 2013 in un incidente stradale avvenuto sull’autostrada Palermo-Mazara del Vallo, all’altezza dello svincolo per Punta Raisi. Il fato ha tolto e nonno Giovanni, in base ad un meccanismo inconscio di azione-reazione, ha deciso di dare. Ed è riuscito a canalizzare il suo dolore lacerante valorizzando concetti importanti come la solidarietà e la condivisione. La molla scattata dentro il settantunenne fedelissimo rosanero, abbonato in Curva Sud Inferiore e sempre presente sugli spalti del Barbera (e non solo) con la maglia numero 9 di Luca Toni, rientra nel processo di elaborazione di un lutto che lui e la sua famiglia stanno ancora metabolizzando.
Ripetendo un copione che ormai si ripete da due anni, Giovanni lo scorso 22 dicembre si è vestito da Babbo Natale e ha visitato il Pronto Soccorso Pediatrico del Cervello e tutti i padiglioni dell’Ospedale dei Bambini. Un gesto spontaneo (supportato ovviamente dall’autorizzazione del personale sanitario) dettato da un solo obiettivo: regalare doni e anche un sorriso ai piccoli degenti con l’obiettivo di tenere sempre viva la memoria del nipotino. «Tutto ruota intorno a lui – ha specificato – non faccio nulla per scopo di lucro e non ho associazioni onlus al mio fianco. Da quando è morto il bambino, durante le festività natalizie indosso i panni di Babbo Natale e vado a trovare i piccoli pazienti che soffrono». Pazienti che il signor Melignano, che ironia della sorte ha dei tratti somatici riconducibili proprio a Babbo Natale in virtù di una folta ed inconfondibile barba bianca, in questi anni ha aiutato non solo sul piano simbolico ma anche all’atto pratico grazie alla donazione, dopo avere superato un complesso iter burocratico, di strumenti (un ventilatore automatico a batteria per l’ospedale Cervello e un ventilatore, due monitor e un lettino per l’Ospedale dei Bambini) funzionali alle esigenze delle due strutture.
E in ogni macchinario c’è una targhetta con il nome di Giovanni Battista Cartaino. La musa ispiratrice. Base solida su cui poggia il sistema di valori al quale Giovanni fa riferimento da quel maledetto 30 dicembre 2013. Viva Babbo Natale, dunque. Alias Giovanni Melignano. Portatore sano, con un cuore gonfio di dolore, di gioia e serenità. Non solo nelle corsie degli ospedali ma anche allo stadio Barbera per Palermo-Livorno lo scorso 15 dicembre e il 23 in occasione di una riunione con gli ultras della Curva Nord 12 al club di via Roccazzo, in concomitanza con la gara dei rosa sul campo dello Spezia. La compagine di Stellone ha pareggiato ma, in virtù dei regali che i tifosi hanno fatto a bambini meno fortunati (in sintonia, in questo caso, con il gesto degli ultras della Curva Nord Inferiore che nei giorni scorsi hanno fatto visita ai bimbi ricoverati in ospedale), l’aria natalizia ha sancito la vittoria della solidarietà. Un successo per il quale il piccolo Giovanni Battista, presente spiritualmente accanto a nonno Giovanni vestito da Babbo Natale, avrà esultato da lassù.