Tari nella bolletta della luce per 1,5 milioni di siciliani Ecco i Comuni in difficoltà che sarebbero interessati

In 67 Comuni siciliani, a cominciare da Catania, la tassa sui rifiuti si potrebbe pagare nella bolletta elettrica a partire dal 2019. La novità riguarderebbe un milione mezzo di residenti nell’Isola, più di uno su cinque. La proposta è contenuta in un emendamento presentato dalla Lega alla commissione Bilancio in Senato e con ogni probabilità verrà allegata al maxi emendamento con cui il governo nazionale ha apportato le modifiche alla Legge di stabilità 2019, dopo la trattativa con l’Europa. 

La misura prevede che nei Comuni in dissesto e pre dissesto finanziario la Tari sia riscossa «mediante addebito sulle fatture emesse dall’impresa elettrica». La tassa verrebbe ripartita su sei rate mensili. La Sicilia è la Regione d’Italia con più Comuni nelle condizioni di default, ben 34. Qualora, come è probabile visto il sostegno della maggioranza di governo, l’emendamento venisse approvato, le novità riguarderanno i seguenti Comuni: Aragona, Favara, Casteltermini e Porto Empedocle (provincia di Agrigento); Mussomeli e Sommatino (Caltanissetta); Catania, Giarre, Aci Sant’Antonio, Santa Maria di Licodia, Mirabella Imbaccari, Palagonia, Scordia e Vizzini (Catania); Barrafranca (Enna); Brolo, Mazzarà Sant’Andrea, Milazzo, Scaletta Zanclea, Tortorici (Messina); Bagheria, Bolognetta, Borgetto, Carini, Casteldaccia, Cefalù, Cerda, Monreale, Partinico (Palermo); Acate, Ispica (Ragusa); Augusta, Cassaro e Lentini (Siracusa). Sono questi i Comuni che hanno dichiarato il dissesto. 

A questi si aggiungerebbero anche quelli in pre-dissesto, altri 33: Campobello di Licata, Racalmuto (provincia di Agrigento); San Cataldo (Caltanissetta); Adrano, Linguaglossa, Mazzarrone, Randazzo, Riposto, Tremestieri Etneo (Catania); Leonforte (Enna); Ficarra, Galati Mamertino, Giardini Naxos, Itala, Messina, Motta Camastra, Santa Domenica Vittoria, Sant’Alessio Siculo, Taormina, Terme Vigliatore, Villafranca Tirrena (Messina); Belmonte Mezzagno, Caccamo, Partinico, Piana degli Albanesi e Ustica (Palermo); Modica, Monterosso Almo, Scicli (Ragusa); Avola, Pachino, Rosolini (Siracusa).

La proposta di legge prevede che la legge diventi operativa dopo un’apposita deliberazione del Comune. Le amministrazioni comunali dovranno «comunicare all’impresa elettrica entro il termine perentorio del 28 febbraio di ciascun anno gli importi relativi a ciascun contribuente, determinati sulla base della tariffa approvata per l’anno in corso». L’importo della Tari sarà indicato separatamente rispetto a quello dei consumi elettrici e non sarà imponibile ai fini fiscali. Le imprese elettriche gireranno poi il contributo ai Comuni, «entro il giorno 20 del mese successivo a quello di incasso». 

L’Associazione nazionale dei Comuni plaude all’iniziativa e va oltre. L’Anci Sicilia infatti auspica che la misura venga estesa a tutti i Comuni «che insistono nelle regioni caratterizzate da particolari problematiche nella gestione del sistema integrato dei rifiuti talora evidenziate da interventi di emergenza». «La necessità di una iniziativa legislativa – spiegano il presidente Leoluca Orlando e il vice Luca Cannata, sindaco di Avola – anche attraverso la previsione di un regime  differenziato per alcune tipologie di comuni o per alcune aree del Paese, deriva da una situazione di fatto non più sostenibile per la maggior parte di comuni, come quelli siciliani, caratterizzati da livelli di riscossione dei tributi locali, ed in particolare della Tari, non sufficienti a garantire la tenuta finanziaria degli enti».

Aggiornamento:

A differenza di quanto precedentemente scritto, il Comune di Santa Caterina di Villarmosa non rientra tra quelli in pre-dissesto, avendo superato le difficoltà finanziarie.


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