Ciao Aldo, il ricordo del clochard dagli occhi buoni «Oggi assistiamo a una violenza costruita ad arte»

«Dov’è Aldo?». Una domanda del genere, oggi a Palermo, può farla solo una bambina. Sotto i portici di Piazzale Ungheria nel pomeriggio si sono radunate almeno una 50ina di persone per ricordare Aid Abdellah – il clochard conosciuto col nome di Aldo che è stato trovato morto ieri mattina. E quella domanda, «dov’è Aldo?», viene ripetuta dalla bambina col berretto rosa di lana. «È andato in cielo» le risponde la nonna trattenendo a stento il pianto. Poi insieme appoggiano un fiore tra tanti davanti la saracinesca dell’ex caffè Florio, da tempo abbandonato, che era diventato il giaciglio del clochard dagli occhi buoni. E che è diventato anche il luogo della sua morte. La Procura ha aperto un’indagine per omicidio, mentre si aspettano i risultati dell’autopsia. 

Ma ci sarà tempo per svelare le dinamiche di un probabile omicidio, certamente crudele e inaspettato, che ancora spiazza l’autodesignata capitale dell’accoglienza. Oggi c’è spazio per il ricordo. Il presidio è stato voluto e organizzato dagli attivisti e le attiviste di Potere al Popolo, e segue la conferenza stampa di questa mattina del Sunia e della Cgil che hanno voluto puntare i riflettori sull’eterna questione abitativa. Perché a Palermo i senzatetto continuano a morire. «Non ci importa di intestarci le iniziative ma suscitarle – afferma Maria La Bianca, portavoce di PaP – Le parole fanno le cose che servono poi per costruire azioni. E in questo momento storico altre parole servono a costruire altre azioni: la violenza ha sempre origine dal pensiero, oggi assistiamo a una violenza costruita ad arte». 

Per Pietro Milazzo «bisogna garantire una protezione effettiva per i senza dimora, monitorare la situazione, capire se negli ultimi giorni hanno registrato una maggiore aggressività; dobbiamo essere noi i tutori della sicurezza dei poveri». La saracinesca che è stata la casa di Aldo, insieme al suo inseparabile gatto Helios, si è riempita in due giorni di tanti omaggi. Partendo da un verso di una poesia di Fernando Pessoa – «morire è solo non essere visto» – c’è chi osserva che allora Aldo non è veramente andato via. E in tanti continuano a riempire l’aria di parole affettuose, di ricordi dolci legati alla sua cultura, ai suoi modi buoni, al sorriso libero che lui, ultimo tra gli ultimi, sapeva regalare a chi lo osservava un po’ curioso, con quel suo gattone tenuto al guinzaglio e che si arrampicava sul suo corpo come fosse un albero. 

Vanessa, la barista del Bistrot che lo ha trovato morto all’alba mentre andava a svegliarlo, non ha ancora terminato le lacrime. È a lei che si rivolge chi vuole contribuire alle spese per i funerali. «Mi sono rivolta all’agenzia D’ambrogio, in via Piave – dice – Abbiamo spiegato loro la situazione e chi era Aldo. Ci hanno fatto un preventivo di duemila euro, che domani verrà ufficializzato. Noi ci mettiamo questo, per onorare il suo ricordo, vedremo se il Comune ci darà un posto». E proprio dalla giunta Orlando giunge la notizia che, accogliendo la proposta fatta da diversi commercianti della zona, il sindaco ha incaricato la Commissione Toponomastica di avviare le procedure per l’intitolazione dei portici ad Aldo. «Questa tragica morte – afferma il primo cittadino – ha suscitato grande emozione in città, così come tante manifestazioni di affetto. Ricordarlo e ricordarne la semplicità, la dignità e la delicatezza con cui ha vissuto a Palermo ci sembra un atto doveroso, che sono certo sarà condiviso da tanti».


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