A Palermo 400 senzatetto e tre morti solo quest’anno Sindacati: «Emergenza infinita senza azioni concrete»

Oltre 400 senzatetto solo a Palermo e ben duemila famiglie iscritte nella graduatoria per l’emergenza abitativa. Cifre che restituiscono l’esatta dimensione del fenomeno in una città dove ieri, con la morte di Aid Abdellah – il clochard di origine francesi di 56 anni trovato senza vita sotto i portici di piazzale Ungheria e su cui si indaga ancora per fare luce sull’episodio – salgono a tre le vittime dall’inizio dell’anno e otto negli ultimi tre. A denunciarlo sono il Sunia e la Cgil che stamane hanno deposto una corona di fiori sul luogo dove è stato ritrovato il corpo di Aldo – così era conosciuto da tutti – per denunciare «l’assenza di adeguati interventi pubblici».

«Questa è la terza vittima nel 2018, e l’ottava in tre anni – afferma il segretario provinciale del Sunia Zaher Darwish – e abbiamo non meno di 400 senzatetto e duemila famiglie iscritte nella graduatoria per l’emergenza abitativa. Ed è paradossale che a fronte di questa emergenza, l’amministrazione preveda un piano di alienazione per oltre 2600 immobili quando ci sono delle carenze evidenti». Un patrimonio immobiliare ceduto a «prezzi stracciati» che, secondo i sindacati, potrebbe potenzialmente rappresentare una soluzione al problema: «È evidente che c’è una insufficienza totale della risposta alle esigenze delle famiglie e alle persone in cerca di un tetto da parte dell’amministrazione. Occorre cambiare visione e intervenire per dare delle risposte serie e concrete – aggiunge – Così rischiamo di andare incontro ad altre vittime».

A tracciare un quadro ancora più desolante è Calogero Guzzetta, segretario provinciale della Cgil: «In sette anni siamo passati da 100 a oltre 400 clochard. Assieme al Sunia da tempo chiediamo al Comune misure strutturali da un lato rispetto al tema dei singoli senzatetto, dall’altro anche di tutte le famiglie che non hanno una casa». Secondo Guzzetta, se si vuole affrontare l’emergenza sociale si deve prevedere un piano che contempli l’impiego di fondi europei con un criterio e una programmazione a lungo termine. E anche sulla decisione di riassegnare i patrimoni immobiliari, invita il Comune a utilizzarne una parte per coprire le esigenze di tanti che non hanno un tetto e delle famiglie in attesa di avere assegnato un alloggio: «Riconosciamo al sindaco e all’assessore Mattina una sensibilità al problema che non sempre, tuttavia, si traduce in azioni concrete».

Nel frattempo, sono in tanti coloro che conoscevano Aldo e che stamattina hanno lasciato un fiore o un messaggio in segno di affetto, persino una poesia affissa sulla saracinesca nel punto dove l’uomo era solito fermarsi durante la notte insieme al suo inseparabile animale. «Noi l’abbiamo adottato, abbiamo adottato anche il suo gatto Helios, e lui noi», racconta Pina Andretta, una dipendente della filiale Unicredit a pochi passi portici e che lo conosceva ormai da tre anni. «Ci ha insegnato tante cose – ricorda ancora Pina – rimaneva spesso in questo tratto e capitava di incontrarlo quando passavo andando a lavoro. Per ognuno di noi aveva una parola bella, pulita, trasparente e sincera. Ci ha insegnato il valore della libertà e ci ha detto delle cose che sono l’essenza della vita: gli affetti veri. Non so perché sia successo – aggiunge – ma è una grande perdita e spero che si possano prendere le persone che hanno provocato questo grande danno a una parte di città che lo aveva adottato».

Intanto si moltiplicano le iniziative in suo ricordo. Su Facebook c’è chi ha promosso per le 17 un incontro pubblico «per ricordare il nostro fratello senza fissa dimora morto», mentre alcuni residenti hanno chiesto all’amministrazione di intitolare i portici di piazzale Ungheria ad Aldo. «Sono stata io a lanciare la proposta – racconta Daniela Jurcic, sua amica da un anno e mezzo – È stata una persona degnissima, dalle sue parole abbiamo imparato tanto. Aveva uno sguardo diverso, era di ampie vedute e aveva un modo di pensare e di vivere così libero. Ma non dobbiamo svegliarci solo quando succede un delitto, perché di questo si è trattato. Per una città come Palermo che si fregia del titolo di Capitale della Cultura, onorare il suo nome sarebbe veramente il minimo». E stamane in tanti passando si fermano per qualche istante e domandano dei funerali: anche in questo caso è scattata la catena della solidarietà ed è stata promossa  una colletta. Per partecipare basta domandare di Vanessa, l’impiegata del bar Nuovo Bistrot, la stessa ragazza che ieri ha scoperto per prima il cadavere di Aldo.


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